{module Banner sotto articoli}
Giacobbo apre entrando all’interno della struttura, e mostrandoci la bellezza della cattedrale. Ne vediamo le volte, gli archi, le sculture. La lunga costruzione inizia alla fine dell’800: armato di elmetto, il conduttore si unisce agli operai, sollevato sulle impalcature in una gabbia di ferro.
L’altezza finale è di 140 metri, e secondo Giacobbo la fortuna è quella di essere arrivati proprio al cambio della squadra di lavoro. Avventurandosi tra tubi e strutture di ferro, Giacobbo ci mostra il panorama della città. Non solo: ci svela che alcuni palazzi avevano, nel contratto di cessione edilizia, la cluasola di poter esistere solo fino al termine della costruzione della basilica.
Naturalmente, viene dedicato un approfondimento a Gaudì, che la Sagrada Familia l’ha ideata e sognata. Ogni giorno si dedicava alla sua grande opera: molto lavoro e pochi rapporti umani, all’insegna di una rigida dieta alimentare che ne avrebbe poi compromesso la salute. Ma Gaudì, spiega il conduttore, si confessava, e sarà proprio il suo padre confessore a dare l’allarme quando non lo vedrà arrivare al lavoro: il più importante architetto spagnolo venne investito da un tram, e scansato dalle rotaie dall’autista perché scambiato per un barbone a causa del suo aspetto dimesso.
La città sorge sopra l’antica città romana, di cui Giacobbo esplora le profondità. Subito dopo si addentra nel palazzo da cui si dice che Cristoforo Colombo avesse incontrato il re al ritorno dalla sua impresa in America. In realtà però, il re era da poco scampato a un attentato, e lo aveva incontrato in un posto più riservato, fuori città.
Ma perché Colombo è partito da Palos e non da Barcellona? Perché lì era territorio tenuto strettamente sotto controllo dalla Santa Inquisizione, e la sua partenza avrebbe rischiato di tardare l’inizio del viaggio a causa delle perqusizioni e dei controlli.
Entriamo quindi nel “parco giochi della mente“, un museo dove vengono conservati oggetti che creano effetti ottici e non solo.
Si passa quindi alla “sinagoga perduta“, cioè una sinagogas di cui, per anni, gli abitanti sembravano essersi dimenticati. Ora le è stata nuovamente data identità.
Ma Barcellona non è solo città di bellezze artistiche: ha conosciuto un periodo di grande attività culitrale, quando vi si ritrovavano artisti del calibro di Picasso e Hemingway. Giacobbo ci introduce nel bar che, all’epoca, era luogo di ritrovo tra intellettuali: qui, ci parla dell’assenzio, liquore dalla gradazione altissima vietato in doversi Paesi europei.
Ci spostiamo ora nel museo di Picasso. E naturalmente, la troupe di Voyager ha ottenuto un permesso speciale per accedere: si sono “fidati”.
L’esplorazione prosegue nel rifugio sotterraneo creato per fuggire ai bombardamenti durante le guerre. La puntata si tinge di cronaca passata e leggenda per narrare la storia della “vampira di bambini”: si tratta di una donna che rapiva bambini per creare pozioni con i loro organi, grasso e sangue. Si credeva infatti che, grazie a simili rimedi, ci si potesse salvare dalla tubercolosi; le pozioni venivano poi vendute ai più ricchi. Una volta catturata, la “vampira” venne uccisa in carcere, probabilmente per evitare che rivelasse i nomi dei suoi clienti.
L’atmosfera si fa ancora più cupa: a partire dalla figura di Papa Francesco e di Giovanni Paolo II, si parla di esorcismo. Che cos’è davvero? Giacobbo incontra l’unico esorcista ufficiale che vive a Barcellona: Juan Garlego, sacerdote che ha ricevuto l’incarico nel 2007. L’uomo spiega che a lui si rivolgono credenti che hanno già consultato uno psichiatra: la “possessione diabolica” sarebbe dunque legata alla fede.
Da persona a persona, prosegue, tutti i casi sono diversi: l’esorcismo è una preghiera con cui si chiede a Dio di liberarci dal male. Così, dato che Giacobbo gli chiede di “rassicurarci”, padre Garlego assicura che alle forze del male si contrappongono quelle del bene. Ovviamente, giusto per sottolineare il concetto, il momento si conclude con Papa Francesco che dice che il diavolo esiste.
La puntata si conclude qui. Giacobbo è stato a Barcellona: è andato nella città di Gaudì, ma non ci ha mostrato nemmeno Parc Guell. In compenso però, dall’esorcista ci è andato subito.