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Si parte con il consueto momento di Flavio Caroli dedicato all’arte: per rimanere in tema, Caroli ci parla di alcune notti celebri della pittura contemporanea, da Munch a Magritte.
Collegamento con Milano, dove a Palazzo della Ragione c’è Annalisa Scarrone che si esibisce dal vivo sulle note de La musica è finita. Termina dunque l’anteprima, pubblicità.
L’ultima puntata di Quelli della notte andò in onda il 14 giugno 1985. La Piccola Orchestra Italiana è già pronta in studio.
Prima però, Fazio ci immerge nell’atmosfera di quegli anni: nelle case c’era il Commodore, i ragazzi andavano in giro con il walk man, Madonna cantava Like a Virgin, esistevano i telefoni a gettoni e usciva la prima edizione de L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, campione d’incassi al cinema era Non ci resta che piangere. Ridevamo in modo diverso, il costume è cambiato: “cambiare”, chiosa il conduttore, è proprio il verbo più adatto per descrivere Renzo Arbore.
Ma quali eventi si verificavano esattamente il 14 giugno 1985? Lo ricorda Massimo Gramellini, ricorrendo ai titoli del Tg2 di quel giorno: si firmava il primo Trattato di Schengen, a cui l’italia non partecipava, e tra i cronisti si distingueva Giancarlo Siani.
Ecco dunque Renzo Arbore, pronto a cantare la sigla del suo storico programma insieme al pubblico in studio.
Quelli della notte ha di fatto “inventato” la seconda serata: è stato un programma amatissimo dai telespettatori, che spesso accendevano la televisione proprio alle 23.00. L’idea è nata assistendo a una riunione di condominio, dalla constatazione che era noiosissima e invece avrebbe potuto essere molto più divertente.
Entrano Nino Frassica e Maurizio Ferrini. Tutti seduti sul divano, inizia la rievocazione del glorioso passato, a partire dal personaggio di Frate Scasazza. All’epoca non esistevano preti in bibletta in Rai, né si poteva ironizzare sulla religione. Non solo rivediamo un filmato di Nino Frassica durante lo show, ma il comico ripropone uno dei suoi storici pezzi, come poi farà anche in seguito nel corso della puntata.
Quelli della notte doveva essere il “jazz della parola”, completamente improvvisato. Non senza una certa incoscienza, precisa Arbore. Si passa al personaggio di Ferrini, che non capiva ma si adeguava.
Breve intervento di Stefano Galderisi, ex calciatore appassionato del programma.
Altro personaggio della trasmissione era Simona Marchini, che ha sdoganato il gossip in tv. Dopo i suoi pettegolezzi, il piccolo schermo ha preso esempio. Ma il segreto di quelle conversazioni tra la Marchini e suoi colleghi, era il nonsense: bisognava “essere sconclusionati” svela Arbore, vedere fin dove si riusciva a portare la discussione. Insomma: “arrampicarsi sugli specchi”.
Si prosegue con un altro protagonista: Riccardo Pazzaglia, l’uomo che lanciò il tema del “separato in casa” Gramellini osserva che la comicità di quei tempi era slegata dall’attualità, perciò godibile ancora oggi. Arbore rivela che Pazzaglia aveva portato in scena le sue vicende personali: era davvero separato in casa dalla moglie: aveva persino eretto un muro in una stanza.
Nel cast di Quelli della notte, anche Marisa Laurito. Un’attrice che aveva lavorato addirittura con Eduardo: con una simile esperienza professionale, fu difficile spiegarle che doveva improvvisare, dato che per lei era inconcepibile. Poi però, si calò talmente tanto nel suo ruolo, che iniziò a parlare a ruota della sua storia d’amore con il suo vero fidanzato.
Spazio ora alla musica. Collegato da New York, Fabio Volo torna nella veste di dee jay per ripercorrere la classifica musicale del giugno 1985: Gianni Bella, i Righeira, Eros Ramazzotti, Luis Miguel. Siamo a livelli talmente alti di amarcord, che a Fazio è venuta voglia di riproporre Anima mia.
Andy Luotto intepretava un arabo, personaggio che alcuni gruppi non avevano gradito. Ve ne erano invece altri che scrivevano alla redazione per ringraziare dell’attenzione. A un certo punto però, la figura del’arabo venne tolta, perché Andreotti aveva telefonato in Rai per comunicare che la Giordania aveva minacciato di interrompere ogni rapporto di politica estera; per qualche tempo, Luotto girò persino scortato.
Roberto D’Agostino, oggi guru del gossip di Dagospia, aveva una rubrica sui look. Attraverso il suo “edonismo reaganiano”, aveva in pratica fatto salire un’opera difficile come L’insosotenibile leggerezza dell’essere in cima alle classifiche di vendita.
Le puntate di Quelli della notte sono 33 in totale, e Renzo Arbore motiva la scelta di non proseguire perché i programmi d’autore devono dire ciò che si erano proposti di comunicare. Raggiunto lo scopo, è giusto fermarsi.
Durante l’ultima puntata della trasmissione Arbore ricevette in diretta la telefonata del Presidente della Repubblica Pertini. Scoprì poi che dietro Pertini si nascondeva un’imitazione fenomenale di Paolo Guzzanti, ma assolutamente non prevista.
Siamo giunti alla fine, e dato che per tutta la sera è stata celebrata la capacità di Arbore di essere antiretorico e innovativo, Gramellini pensa bene di riciclare una lettera che circola in rete da una settimana. Si tratta dei compiti lasciati da un giovane professore marchigiano ai suoi allievi: un invito a godere l’estate scritto, a tratti, in maniera retorica. Efficace se pensato per dei ragazzi adolescenti, per cui magari quella dose di retorica è anche “giusta”, ma assolutamente fuori contesto in questa occasione.
La stagione di Che tempo che fa si conclude qui. Per fortuna, dopo che Gramellini ha detto messa, Renzo Arbore riporta la giocosità in studio cantando “il materasso è la felicità”.