L’azienda promuove infatti un tipo di pannolino che tiene conto delle differenze anatomiche di bambini e bambine, rinforzando dunque zone diverse della mutandina a seconda del sesso del piccolo.
Per rafforzare l’idea alla base del prodotto, cioè “l’asciutto su misura”, mostra quanto maschietti e femminucce abbiano caratteristiche diverse.
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Innanzitutto l’ambiente in cui si muovono mentre giocano con la mamma è caratterizzato dai classici rosa e azzurro: rosa per la bimba e azzurro per il fratellino, naturalmente. Magliette, giocattoli, sedie presenti nella stanza, si tingono del colore giusto a seconda del piccolo protagonista in scena.
È la mamma ad immaginare le persone che diverranno: lei vorrà farsi bella, lui segnare i goal; lei “cercherà tenerezza, lui avventure”; lei si farà correre dietro, mentre lui “ti cercherà”.
Nel frattempo, la bambina gioca con bambole e fiocchi per i capelli, e il bimbo con pallone da calcio e aeroplanino.
Così, se il bambino ambirà a grandi avventure, la bambina penserà a truccarsi, se il fratello coltiverà una passione per il calcio, probabilmente la priorità della sorella sarà truccarsi.
Uno spot che, senza la voce narrante fuori campo, non avrebbe acquistata la stessa valenza: nella banalità di un messaggio pubblicitario, è infatti il ruolo della mamma a suscitare forti perplessità. La donna pensa al futuro dei suoi figli basandosi su luoghi comuni che, a giudicare dal vestiario e dai giochi, sembra lei stessa inculcare e rafforzare.
E, di conseguenza, è la conclusione della stessa mamma a rafforzare questa sensazione: così piccoli, eppure già così diversi. Niente a che vedere con l’individualità della persona, ma una mera questione di genere: si crea così un parallelo, forse involontario da parte dei creativi, tra conformazione fisica e i modelli sociali tramandati negli anni.
La visione d’insieme è superficiale, limitata a ruoli prestabiliti che mortificano non solo i bambini, ma anche la genitorialità di mamme e papà.
Naturalmente si tratta solo di uno spot, ma non bisogna dimenticare che spesso, dovendo contare sul massimo dell’efficacia nel minor tempo possibile, sono proprio le pubblicità a veicolare i messaggi di maggior impatto.
Al momento, sul sito change.org circola una petizione per chiederne il ritiro “a favore di uno spot che possa spiegare l’utilità e l’innovazione di questo prodotto senza ricalcare stereotipi culturali”.