Questa sera, sempre su Rai3 in seconda serata, Carlo Lucarelli, che firma il programma con Giuliana Catamo, Paola De Martiis, Alessandro Patrignanelli con la consulenza di Francesco La Licata, si occupa di Boris Giuliano. Ricordiamo per dovere di precisione, che tutte le puntate sono in replica, nell’attesa di riaccogliere Carlo Lucarelli di nuovo sulla terza rete, con nuovi appuntamenti e nuove inchieste. L’inchiesta che rivedremo stasera è di Antonella Beccaria, la regia di Alessandro Patrignanelli
Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo, segue la traccia dei flussi di denaro e arriva a scoprire i meccanismi del traffico internazionale di stupefacenti di Cosa Nostra; il Maresciallo della Guardia di Finanza Silvio Novembre, collaborando con l’avvocato Giorgio Ambrosoli, riesce ad incastrare il finanziere Michele Sindona; il commissario Pasquale Juliano arriva molto vicino alla verità sulla “strategia della tensione” prima che scoppi la bomba di piazza Fontana a Milano, ma viene fermato. Storie di servitori dello Stato abili e onesti, che nella lotta contro la criminalità hanno perso la vita o sono stati traditi e abbandonati alla peggiore delle condanne, l’indifferenza e la rimozione dalla memoria collettiva.
Giornalisti nel mirino è l’argomento di cui ci si occupa il 27 agosto. L’inchiesta è di Walter Molino e la regia di Alessandro Patrignanelli
La libertà di informazione è un principio fondamentale della democrazia. Quando viene disatteso con intimidazioni, violenze o censure, è la libertà stessa delle persone e delle istituzioni a correre seri pericoli. Cosimo Cristina, che alla fine degli anni ’50, per primo, scrive di mafia in Sicilia, e Giuseppe Fava con le sue inchieste sul legame tra imprenditoria, politica e Cosa Nostra, hanno pagato con la vita la loro scelta di parlare liberamente dei problemi che affliggevano il paese siciliano. Anche oggi molti cronisti del Sud e del Nord d’Italia mostrano lo stesso forte carattere, non rinunciando a narrare le realtà più scomode. Un unico filo conduttore lega le storie di Lirio Abbate, Arnaldo Capezzuto, Giovanni Tizian, tutti cronisti costretti a vivere sotto scorta: lo spirito di indipendenza e l’impegno civile nel portare avanti il proprio lavoro, anche a costo di estremi sacrifici.
Infine L’archivio della vergogna, in onda martedì 3 settembre, conclude questo ciclo di repliche che i telespettatori hanno rivisto con interesse per le tematiche affrontate, sempre legate all’attualità più scottante.
Roma 1994, nello scantinato di un palazzo viene trovato un armadio con le ante rivolte verso il muro. Lì dentro, in più di 2000 fascicoli di indagine sui crimini di guerra, ci sono i nomi delle diecimila vittime delle stragi commesse in Italia, tra il 1943 e il 1945, dai soldati tedeschi, in alcuni casi con la complicità degli italiani della Repubblica Sociale. Perché quei fascicoli sono stati nascosti e i processi sui crimini di guerra non sono stati istruiti? Di chi è la responsabilità? Uno dei capitoli più tragici della nostra storia viene ricostruito anche attraverso le testimonianze dei superstiti degli eccidi.