Le mie quattordici presenze al Festival, più di quelle di Pippo Baudo e Mike Bongiorno che, come conduttori, ne hanno collezionato “solo” tredici, mi hanno svelato quanto, nel corso degli anni, la gara canora sia stata rimaneggiata, criticata, riproposta con adattamenti e atmosfere adeguate ai cambiamenti della società. Ma resta sempre un unico punto fermo: sul palcoscenico dell’Ariston il vero protagonista è lo spettacolo nel quale si inseriscono le canzoni e si costruisce un’impalcatura di gossip destinata a crollare subito dopo la proclamazione del vincitore.
Gli ambienti sanremesi sono punti di incontro per tutti gli indotti professionali interessati al Festival: discografici, manager, autori, rappresentanti degli artisti, addetti alle comunicazioni, persino attori e registi, sanno che il Festival è un’occasione per allacciare nuovi contatti e si mostrano in sala stampa e nelle feste notturne legate alla kermesse, convinti che la loro presenza a Sanremo è indispensabile. Io li ho visti sfilare sotto i miei occhi, apparentemente interessati a quanto accade, ma realmente attenti solo a quanto può loro tornare utile. Chiacchierano, intessono nuove reti di conoscenze, dispensano bigliettini da visita, salutano la stampa amica e cercano nuove conoscenze. Sanno che essere in sala stampa, muniti di “pass” particolari, è un must.
Ma il cuore pulsante del Festival non è solo la sala stampa. La rincorsa all’ultima notizia, al recentissimo gossip su cantanti e artisti internazionali si fa anche in altre sedi, tramite diversi interlocutori, magari con la complicità dell’amico fidato o della talpa nascosta nei luogli giusti, pronta a segnalare telefonicamente eventuali novità. Gettonatissimi e rincorsi dalla stampa rosa specializzata sono i portieri dei grandi alberghi sanremesi. Da loro si elemosinano tutte le curiosità sulle star alloggiate: orari di uscita, cibi preferiti per il pranzo e la cena, ciò che hanno voluto trovare in camera o nelle suite, quali telefonate hanno ricevuto. Ognuno in gran segreto, si trasforma in una sorta di segugio sulle tracce dello scoop. Gli inviati delle troppe trasmissioni che si occupano del Festival addirittura riescono a trasformarli in goliardici complici per intrufolarsi finanche nelle camere degli artisti.
Carpire notizie dall’interno dei camerini occupati dalle star è un altro must per la stampa rosa. Grazie alle solite gole profonde, ad esempio, si riuscì a sapere tutto quello che Madonna, Monica Bellucci o la regina Ranja di Giordania, avevano preteso di trovare nei camerini trasformati in vere e proprie suite con ogni tipo di confort.
Ma è necessario e indispensabile avere buone conoscenze anche negli ambienti sanremesi “istituzionali” per ricevere notizie sui costi e gli ingaggi delle star, argomento sempre evitato dagli organizzatori della gara canora. Fu difficile, ma non impossibile, conoscere quanto costò, nel 1995, la trasferta sanremese di Madonna e del suo seguito. Tra ingaggio, alloggi e viaggi, la Rai sborsò la cifra di 250 milioni di vecchie lire. Non solo, fu svelato che la rock star non alloggiava a Sanremo ma nella vicina Montecarlo, al Grand Hotel de Paris che dispone di una faraonica suite imperiale.
I giornalisti seguono il festival nella sala stampa dinanzi a un grande schermo. Ognuno ha il proprio banchetto riservato dall’Ufficio Stampa Rai. E’ qui che stazionano dalle dieci del mattino a tarda notte, quando la diretta delle varie serate si è conclusa e ognuno è certo che non ci siano più notizie. Il clima è goliardico, ci si conosce tutti, ma c’è poca condivisione, nonostante le apparenze: ciascun giornalista è interessato a cercar notizie da tenere ben segrete. Qui, durante le mie quattordici edizioni, ho assistito anche a spettacoli poco edificanti: la derisione umana e professionale di personaggi come Mino Reitano, Toto Cutugno, Albano e Romina. Sia Albano che Cutugno sono riusciti a riconquistare il sostegno di quei critici musicali allora eccessivamente severi, al punto da partecipare all’edizione 2013 addirittura nel ruolo di super-ospiti italiani.
Per Mino Reitano la rivalutazione, purtroppo, è stata postuma. Ricordo il suo timore di avvicinarsi alla sala stampa dove non entrava mai, consapevole della pesante presa in giro di cui era oggetto durante le sue esibizioni. Molti colleghi, accendino in mano, in una sorta di hola, sbeffeggiavano i versi delle canzoni che lui interpretava. Eppure non si è mai lamentato durante le interviste. Un ulteriore affronto gli è stato fatto nel 2002, nel corso della Domenica in in onda dopo la conclusione dell’ultimo Festival di Sanremo al quale aveva partecipato. Il collega di una testata importante, gli contestò di “aver stonato”. E gli chiese, senza alcuna sensibilità, se l’errore poteva dipendere dalla sua nuova protesi dentaria.
Altro episodio da segnalare è legato a Mia Martini. La intervistai alla vigilia della conclusione del festival in cui presentava il brano “Gli uomini non cambiano“. Quell’anno era ritenuta la vincitrice sicura con la sua splendida canzone che interpretava con particolare intensità. Quando le feci notare che sarebbe stata la trionfatrice della gara, lei si limitò a sottolineare che, fino alla conclusione del festival, nulla sarebbe stato sicuro. Ma in privato, con grande malinconia, svelò, pregandomi di non scriverlo, che non sarebbe stata lei a conquistare il primo posto. Fu così. Vinse Luca Barbarossa con “Portami a ballare” Lei si classificò al secondo posto.