Viene in mente, in proposito,una delle più famose Operette morali di Giacomo Leopardi: “Il dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere“. Come si ricorderà,il venditore di almanacchi cerca di vendere al passeggero il lunario per il nuovo anno. Nel dialogo il venditore, incalzato dal passeggero, confessa che, degli ultimi venti anni vissuti, non ne ricorda uno che valga la pena di far rivivere.
Se sostituiamo al venditore di almanacchi un funzionario televisivo addetto ai palinsesti e al passeggero il telespettatore, il dialogo conserva la medesima efficacia. “Palinsesti! palinsesti per il nuovo anno!”, grida il funzionario nel tentativo di convincere il telespettatore ad “acquistare” i programmi futuri.
In puro spirito leopardiano, il telespettatore potrebbe allora chiedergli: “credete davvero che il nuovo anno televisivo possa essere migliore dei precedenti? Alla risposta affermativa, il telespettatore lo incalza con una nuova domanda: “a quale degli anni televisivi, che avete programmato in passato, vorreste che somigliasse questo in arrivo?” Il funzionario, dopo qualche esitazione, è costretto ad ammettere che, se dovesse rivivere le stesse esperienze televisive del passato, preferirebbe non tornare indietro nel tempo.
Insomma,nella programmazione della nostra tv, tutto si ripete in maniera implacabilmente uguale al passato, come nell’operetta morale leopardiana. Eppure, negli ultimi giorni dell’anno, si ravviva la speranza che possa esserci davvero una svolta.
Come il nuovo anno, elogiato dal venditore di almanacchi, si rivelerà identico a quelli passati, anche i palinsesti, reclamizzati dal funzionario, confermeranno il medesimo vuoto creativo. Nelle nostre case arriveranno: la solita indigesta melassa, il gossip più trash e volgare, i vecchi casi di cronaca nera di cui nel frattempo si sono cercati indizi e notizie di ultima mano. Lo sa bene il venditore di palinsesti che vuol convincere il telespettatore.
Dunque lo spunto che offre il poeta di Recanati è di un’attualità disarmante. Al povero telespettatore non resta che l’illusione con cui proietta speranze e aspettative in un mondo televisivo che, inevitabilmente, finirà per deluderlo.
Dal primo gennaio, dell’anno che verrà, riprenderanno i consueti “patimenti” del pubblico televisivo. Ecco comparire il consueto sottobosco di vip, o presunti tali, le cui vite trascorrono inutilmente nella rincorsa all’apparizione televisiva e ai quindici minuti di notorietà che Andy Warhol non negava a nessuno. Tornano le starlette e le signore in età ma ancora in carriera con al seguito il regolare toy boy di turno.
Si infoltirà la fila di personaggi noti in attesa di accomodarsi nei salotti della tv per reclamizzare film libri, lavori teatrali e quant’altro. Sarà un altro anno di regole infrante, di minori bistrattati, di toni gridati, di violenza e di volgarità gratuita. Il tutto in nome dell’audience che incrementa gli inserzionisti pubblicitari.
Vedremo i naufraghi dell’Isola dei famosi rimpiazzare i reclusi del Grande Fratello e le Alessie Marcuzzi succedere impunemente a se stesse. Vedremo i talk show diventare sempre più aggressivi e il cinismo superare ancora i livelli di guardia. Ascolteremo le elucubrazioni di opinionisti improvvisati che pretendono di “pontificare” su ogni argomento senza averne competenza.
Ritroveremo Raffaella Carrà, Al Bano magari in coppia con l’inossidabile Romina.
Rivedremo Maria De Filippi che ripropone, ancora una volta, il trash di Uomini e donne, la retorica di C’è posta per te e il giovanilismo di Amici.
Antonella Clerici continuerà a stuzzicare la golosità delle casalinghe dai fornelli de La prova del cuoco.
Gerry Scotti riverserà tutto il suo pseudo- buonismo nell’inferno trash di Avanti un altro.
Non avremo scampo: implacabili ritornano Porta a porta, Ballarò, Matrix, Piazzaplita, Quinta colonna.
Saremo perseguitati da Beautiful, Il segreto, e tutta la pletora di feuilleton e soap opera che minano le capacità intelletive dei nostri connazionali.
Sarà ancora un anno in cui bisognerà resistere, resistere, resistere. Ma arrendersi mai.
Qui potete trovare la versione integrale dell’Operetta morale “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere”.