Nessuna meraviglia se dell’impresa dei giovani studenti si impadronisse la cinica tv del macabro e del trash.
Nessuna meraviglia se i genitori di quei cinque ragazzini venissero invitati nei salotti dove la cronaca nera regna in maniera ossessiva. Possiamo immaginare già le domande rivolte loro da conduttori e conduttrici che, con facce (o faccette) compunte, interrogano, chiedono, scavano nel privato. Non per cercare di arginare il fenomeno condannandolo apertamente e con determinazione, ma solo per insinuare nel pubblico curiosità e voyeurismo morbosi per soli fini spettacolari.
Nessuna meraviglia se i genitori, abbagliati dall’improvvisa popolarità, facessero il giro delle sette chiese televisive ribadendo la perfetta buona fede dei propri figli. Nel caso specifico, per fortuna,i genitori hanno compreso la gravità del gesto dei figli che, tra l’altro, sono stati sospesi dalle lezioni per alcuni giorni. Ma quale sarà adesso il loro atteggiamento?
Magari, dopo un semplice rimprovero e qualche giorno di vacanza dalla scuola, l’episodio è stato archiviato. E la routine si ripropone: bambini e adolescenti soli dinanzi al computer e alla televisione subiscono ogni tipo di prevaricazione. Un rapporto del Censis, per la Regione Lazio, evidenzia addirittura che, a 10 anni, l’80% dei ragazzini trascorre almeno tre ore davanti alla tv da solo e oltre la metà (il 51%) naviga, sempre da solo, su Internet. Ma, dato ancor più sconfortante è la reazione dei genitori: il 42% si dice “non interessato ad esercitare alcun tipo di controllo.”.
Se gli studenti di Piove di Sacco avessero avuto, da una persona adulta e responsabile, un aiuto per comprendere l’orrore di quei filmati, forse non avrebbero assimilato la decapitazione a un gioco. Da qui l’importanza di pretendere, da una parte una tv rispettosa dei minori, dall’altra un serio controllo sul mare sconfinato di Internet.
I danni procurati da immagini e contenuti televisivi e da quelli che sono fruibili sul web, possono addirittura rivelarsi mortali. Tempo fa, a Salerno, un adolescente, probabilmente nel tentativo di imitare le spericolate acrobazie di Brumotti, il campione italiano di bike trial e inviato di Striscia la notizia, ha cercato di scendere le scale in sella alla sua bici. Una rovinosa caduta gli è stata fatale. Un tragico episodio che mostra quanto, in alcuni casi, non può bastare (solo per mettersi la coscienza a posto) invitare a non ripetere le gesta di Brumotti o di chiunque altro tenti giochi così pericolosi.
Giochi e immagini di cui tv e Internet sono pieni e che sono accessibili anche attraverso cellulare, tablet e altri devices. I giovani si proiettano, così, in una dimensione, spesso sconosciuta agli stessi genitori con tutte le implicazioni negative che ne derivano. Di questi argomenti si parla poco sul piccolo schermo che, invece, potrebbe fornire ai genitori utili informazioni su come tutelare i propri figli dallo strapotere di Internet e affini.
I salotti e i contenitori televisivi, al contrario, insistono ossessivamente su dettagli di omicidi e violenze di ogni genere. A cominciare dal mattino (Unomattina, Mattino 5 e Storie vere) per continuare nel pomeriggio (La vita in diretta, Pomeriggio 5) fino alla sera (Quarto grado, Chi l’ha visto?).
La speranza è che, finalmente, la consapevolezza dei pericoli provenienti dalla tv e da tutti i mezzi mediatici, faccia nascere una responsabile coscienza sopratutto educativa per la salvaguardia dei minori.