Dunque le repliche piacciono perchè evocano un passato professionale di buona qualità che non si ritrova più nella programmazione attuale. Un’ulteriore precisazione: le storie che raccontano rappresentano, quasi sempre, realtà immutabili nel tempo. Sono vicende sentimentali, giallistiche, saghe familiari che hanno una valenza costante nel tempo. Come “Una grande famiglia”. andata in onda su Rai1, oppure gli episodi de “La signora in giallo che passano e ripassano da Retequattro a Fox Crime e non stancano mai. Spesso hanno trame semplici, ma la scoperta dell’assassino di turno non è mai banale. E la Sherlock Holmes in gonnella rifà sempre gli stessi gesti, fissa in una età anagrafica che l’ha consegnata alla storia delle serie tv.
Le repliche hanno il sapore dell’amarcord: legate a determinati periodi della vita, nell’immaginario collettivo del pubblico costituiscono un valore aggiunto che si unisce all’appeal dei vari personaggi. Se non è chiaramente manifesto, l’amarcord è nascosto in maniera quasi subliminale, anche in programmi, spesso spacciati come nuovi. Si va dal classico stagionale di Rai1 Techetechetè in onda in access time, al programma celebrativo Studio 5 che, attraverso i protagonisti, ha raccontato la storia di Canale 5. Persino Italia 1 ha voluto rincorrere l’amarcord e lo ha fatto, a modo suo, proponendo, come conduttore, il cantante Max Pezzali nel programma Nord Sud Overst Est.
Altro valore aggiunto: le repliche sono rassicuranti. Si riferiscono a un passato televisivo già visto e familiare, dal quale non si aspettano sorprese negative. E, in un periodo così drammatico, sia per la crisi che incombe, sia per lo sgretolamento di valori morali, rifugiarsi nel dejà vu serve a rasserenare. Su questo ulteriore elemento spingono i responsabili tv per incrementare la presenza delle famigerate repliche.
Last but not list, le repliche hanno anche una ricaduta economica positiva sulle aziende televisive. In particolare, le varie reti possono proporre agli investitori pacchetti di programmi già andati in onda i cui ascolti sono valutati in maniera elevata. Uno di questi pacchetti è rappresentato proprio dalla serie Il commissario Montalbano . Con i suoi oltre cinque milioni di spettatori, Zingaretti diventa “appetibile” anche in replica. E questo consente a Rai1 di “contrattare” a prezzi quasi da stagione autunnale, la messa in onda degli spot estivi. Dunque le repliche funzionano per cattuare anche quegli investitori pubblicitari poco interessati al periodo estivo che, tradizionalmente, acquistano le pubblicità nei mesi caldi a prezzi quasi da saldo. Questo perchè si tiene conto della consueta caduta degli ascolti da maggio a settembre. Un dato per tutti: Canale 5 con il suo pieno di repliche, difficilmente riesce ad andare al di là del 13% di share ( spesso si è attestata persino all’8 o 9% cifre consone alla più modesta Italia 1).
E proprio per soddisfare “la fame da repliche”, le tv generaliste e non, si sono attrezzate con i servizi “tv replay” che consentono sul web, di rivedere, a piacimento, le varie trasmissioni dei palinsesti.
Al fenomeno delle repliche non è estranea neppure la Radio di viale Mazzini. Con la fine di giugno, ad esempio, tutte le trasmissioni cult di Radio2 chiudono i battenti. Vengono sostituite da altre che non sempre sono all’altezza di quelle che le hanno precedute E capita anche di riascoltare i vecchi programmi senza neppure un opportuno nuovo montaggio. “Chiambretti ore 10”, la trasmissione che il conduttore ha tenuto durante la stagione passata, è riproposta in copia conforme nel periodo estivo. Al radioascoltatore così può capitare di assistere, magari nel giorno del Ferragosto, ad una puntata trasmessa nel periodo natalizio.