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Dei flop della tv sotto il solleone abbiamo già parlato. Vogliamo adesso riflettere su quel che resta di questa stagione appena conclusa all’insegna delle repliche, che mostra ancora qualche colpo d coda. L’intrattenimento su tutte e tre le reti Rai non ha dato alcun riscontro positivo anche perché sono state pochissime le nuove produzioni. Curiosamente, ma non troppo, a spadroneggiare sono stati due poliziotti, un vecchio signore e la mania dell’amarcord.
Dei due poliziotti uno ha un nome altisonante, è Salvo Montalbano che, all’ennesima replica su Rai1 dei suoi casi, ha collezionato più di cinque milioni di devoti spettatori. La prima rete di Giancarlo Leone ha trovato davvero la gallina dalle uova d’oro, un prodotto destinato a durare, in gradimento, da qui all’eternità. Luca Zingaretti nelle vesti di Montalbano piace e convince, nonostante la ripetitività e la consapevolezza da parte del telespettatore di conoscere fin dalla prima immagine l’identità dell’assassino. Perché è la rappresentazione di un livello di qualità nella fiction italiana attualmente introvabile.
L’altro poliziotto è l’ultimo poliziotto, ovvero Last cop, la serie tedesca che ha assicurato, ogni mercoledì a Rai1 il primato degli ascolti. Prodotto di importazione, dunque, di stampo “merkeliano” che piace per il fascino insinuante e sottile del protagonista, l’attore di bella presenza Michael Brisgau, per l’intrigante aggrovigliarsi delle sceneggiature e dei casi nei quali si imbatte questo poliziotto risvegliatosi dopo venti anni dal coma e tornato immediatamente a lavorare. Unica preoccupazione cercare di rimettersi al passo con i tempi. E lui lo fa, quasi consapevole che il sonno della sua ragione ha generato mostri nella società. E adesso tocca a lui sterminarli. Last cop piace a un pubblico trasversale: agli uomini che si identificano nel personaggio e alle donne che ne apprezzano la statuaria presenza e il fascino che emana.
Il vecchio signore ha 84 anni suonati, ma si muove spedito nella divulgazione scientifica quasi fosse un ventenne. Si chiama Piero Angela e con il suo Superquark ha combattuto e vinto la battaglia dell’audience. Insensibile ai mutamenti di collocazione in palinsesto, corazzato contro qualsiasi forma di contro programmazione, il grande vecchio di Rai1 ha portato a casa il 15% di media a puntata. Nell’impresa è stato spesso accompagnato dal figlio Alberto che ha educato a sua immagine ed al quale passerà il testimone. La forza di Superquark è tutta nei filmati di gran pregio e nella capacità di miscelare la realtà con lunghi spezzoni di film e fiction sull’argomento in esame: il che rende l’approccio alle tematiche molto più accessibile al grande pubblico di Rai1.
Infine l’amarcord ha le sembianze di Techetechetè che quest’anno è stato associato addirittura al lancio di un nuovo ballo che ne ha preso il nome. Il ritorno ai ricordi del passato gioca sempre un ruolo predominante della psicologia umana: su questo gioca la tv. Evocare periodi delle gioventù soprattutto nel pubblico mediamente anziano di Rai1 attraverso le immagini del black & white è un’astuzia di sicuro successo