Non a caso in queste ore si assiste a casi di neo leghisti e grillini che annunciano la loro fede. Il tutto ovviamente con un unico scopo: sfruttare la situazione per migliorare le loro posizioni.
Intanto però è stato scelto dai dipendenti un consigliere (Laganà) cresciuto nei gruppi di ascolto: questa è la prima vera novità della Rai del futuro.
La seconda è che tutti quelli che hanno avuto delusioni, demansionamenti e contestazioni, (la Rai dei più deboli), stanno rientrando in scena. Le cause in corso e quelle vinte sono il metro delle presunte ingiustizie subite da molti dipendenti che tornano ai loro impegni. Da qui cinque punti che finiscono tra le priorità. A cominciare dai contenziosi, che vanno risolti subito senza tribunali e senza avvocati esterni: si risparmia e si trovano nuove opportunità nel rapporto azienda dipendenti. Finora nessuno aveva interesse a risolvere i contenziosi e spesso ufficio del personale e ufficio legale nemmeno si parlavano sui singoli casi, con dequalificazione e mobbing ricorrenti. Le cause crescono gestite da avvocati esterni, i dirigenti non hanno responsabilità dirette e i cittadini pagano. Tra le priorità anche i contratti con gli artisti, prerogativa aziendale e non degli agenti.
“Occorre subito un canale in inglese e poi in spagnolo – sottolinea Leonardo Metalli, giornalista del Tg1, tra i primi ad abbracciare la politica dei Cinque Stelle – siamo il paese della cultura e l’unico gruppo televisivo al mondo senza le lingue per diffondere i nostri prodotti e i nostri artisti (c’è pronto un progetto da tre anni ma è stato sempre oltrepassato e chi, come il sottoscritto, ci ha lavorato ha subito contestazioni disciplinari per allontanare il problema). Per non parlare del comparto Web – aggiunge Metalli – che in questi anni non ha avuto nessun investimento sui social e sull’audience web. Potremmo essere leader on line in Italia con il più grande archivio europeo, ma abbiamo rinunciato lasciando spazio alla carta stampata che non ha la Tv nel core business (anche qui c’è pronto il progetto da otto anni con tre direttori generali che lo hanno visionato)”.
Ora c’è Milena Gabanelli che ne sta facendo una battaglia.
Tra le priorità anche il nuovo riassetto dell’informazione: 1700 giornalisti sono una risorsa da sfruttare. Il progetto Gabanelli era proprio su questa grande ricchezza informativa che solo la Rai può fornire sbaragliando qualsiasi concorrenza on line. Ma non è stato fatto.