Che cosa è successo: dopo il non raggiungimento dei voti necessari in commissione Vigilanza per eleggere Foa presidente ecco che si scopre che il figlio di Foa, Leonardo, lavora nel team della comunicazione di Matteo Salvini. Nulla di scandaloso, per carità, i figli e i padri devono avere vite autonome, però la Lega non è che ci abbia fatto un figurone. Tanto che anche tra i Cinque Stelle qualcuno ha cominciato a storcere il naso. Nonostante le apparenze dicono il contrario. Il sottosegretario all’Economia, Villarosa, ha parlato di nessun conflitto di interessi. E lo stesso Salvini ha commentato: nessun imbarazzo.
Foa va avanti e non fa nessun passo indietro, come qualcuno (anche nella maggioranza) spera, in modo che il Tesoro affidi a un altro la candidatura alla presidenza (magari condiviso con Forza Italia e ottenga i due terzi dei voti della Vigilanza). Il nome che i forzisti suggeriscono a Salvini e soci è quello di Antonio Marano, l’ex direttore di Raidue e attuale numero 1 di RaiPubblicità. Ma Marano è vicino alla Lega di Maroni più che a quella di Salvini.
Foa dicevamo non molla. Nessun passo di lato. Anche perché ha mollato tutti i suoi incarichi nel gruppo Corriere del Ticino e lì hanno già proceduto a riorganizzare la governance.
“Ho informato i miei colleghi del Consiglio di amministrazione – ha spiegato Foa – che sono ancora in attesa di indicazioni dell’azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai. Voglio sottolineare che in queste prime riunioni il clima all’interno del Consiglio è stato ottimo, di confronto franco e leale con colleghi di grandissimo valore, e che lo spirito che ci unisce è quello di servizio per la più grande azienda culturale del Paese”.
Ma la Rai può andare avanti senza un presidente? Non è mai successo in passato e probabilmente questa situazione di incertezza non durerà a lungo. Anche perché ci sono le nomine dei tiggì dietro l’angolo.
Nel borsino Gennaro Sangiuliano resta in pole per il Tg1. Sul Tg2 in prima fila Mario Giordano e Antonio Preziosi (se Forza Italia non avrà il presidente Rai). Sul Tg3 occhio a Federica Sciarelli. Tgr alla Lega. Maurizio Losa favorito per Raisport e sul Gr è un terno a lotto azzeccare il direttore.