La vicenda di Luciana Cristallo però non è un caso di cronaca come un altro, perché la donna è stata assolta in primo grado con formula piena: il giudice ha infatti ritenuto che la sua fosse legittima difesa, mentre per quanto riguardava Rubini, innocente per non aver commesso il fatto, l’accusa di occultamento di cadavere era caduta in prescrizione. I fatti risalgono al 2004.
Parte della storia, i telespettatori che erano davanti alla tv, sabato, l’hanno ascoltata direttamente dal racconto della stessa Cristallo, intervistata da Franca Leosini con la sua consueta classe. Il finale invece, arriverà sabato prossimo.
Ma andiamo con ordine: Storie Maledette si è aperto con un caso che ha fatto scuola in materia di giurisprudenza, perché per la prima volta è stata ritenuta innocente una donna che è effettivamente responsabile di omicidio. Così la Leosini ripercorre la vita della Cristallo: è una ragazzina di 17 anni quando incontra il suo futuro marito al mare. E’ l’estate del 1983, e da lì a poco seguirà la “fuitina” grazie a cui i due ragazzi, per coprire lo scandalo, potranno convolare a nozze a breve.
Viene descritta la figura dell’uomo: calabrese, famiglia borghese, papà veterinario. Ma figlio nato da un relazione del padre con la collaboratrice domestica: da qui il bisogno del ragazzo di mettere in ombra la madre naturale; la smania di fare bella figura per coprire la “colpa” di essere il frutto di una relazione extraconiugale. Le mania di grandezza lo porta addirittura a festeggiare una laurea mai conseguita.
Il rapporto della coppia attraversa varie fasi, comprese alcune parentesi serene; nascono quattro figli. Ma Giuseppe Bruno a un certo punto inizia ad essere violento: lancia oggetti, rompe le porte, rovescia il tavolo, e quando ha finito di sfogarsi sulle suppellettili della casa, si rivolge verso la moglie, la cui indipendenza lavorativa diventa una minaccia. Le modalità delle aggressioni, dice Luciana Cristallo, sono sempre le stesse: le tira i capelli, le prende la gola.
Non esiste ancora il reato di stalking, per cui non c’è possibilità di denuncia. Non basta la separazione, né tantomeno la nuova relazione della donna con Fabrizio Rubini: in una continua escalation di gelosia e possessività, si arriva persino ad un inseguimento in macchina.
Questo è quello che racconta la protagonista della vicenda, ogni tanto con la voce interrotta dal pianto; dall’altro lato del tavolo, la Leosini. Cita gli atti del processo, ricostruisce il contesto per evitare che fasulli stereotipi si insinuino nello spettatore, cerca di dare un quadro il più ampio possibile della situazione.
Vengono mostrate alcune foto della coppia, le dichiarazioni intervallate con dei brevi filmati rendono più accattivante il programma.
Da anni la trasmissione restituisce al genere la sua dignità, scegliendo con attenzione le storie da trattare con criteri che non siano quelli dell’onda emotiva del momento.
La cronaca di Storie Maledette non è il genere morboso a cui programmi come Quarto Grado, Porta a porta, telegiornali e salotti vari ci hanno abituato; è piuttosto un affresco delle passioni umane che attraversano e colpiscono la nostra società. E’ cronaca trattata con un approccio giornalistico anziché gossipparo: la forza sta tutta nell’intensità del racconto, nella parola, senza alcun filmino di saggi di danza.
Un esempio che dovrebbero seguire in molti.
Storie maledette, la prima puntata
15 Settembre 2013
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