Urge una riflessione iniziale: Pechino Express obiettivo Bangkok è donna. Le protagoniste sono infatti due donne, una nel ruolo dell’ “eroe positivo”, l’altra in quanto cattiva della situazione: ci riferiamo naturalmente alla Marchesa d’Aragona e a Corinne Clery, che puntualmente, in ogni puntata, catalizzano l’attenzione del pubblico. Al loro confronto, ammettiamolo, gli altri concorrenti impallidiscono in quanto a forza mediatica: troppo poco esuberanti, troppo “normali”.
Cosa può la calma serafica di un Massimo Ciavarro contro la faccia tosta della Marchesa che scrocca con nonchalance un thé in un locale vietnamita? Oppure: cosa possono gli screzi dei laureati contro gli isterici «Non urlareeeee» della Clery al malcapitato Angelo?
Entrambe, con accezioni diverse, rappresentano il personaggio forte della situazione, grazie anche all’evanescente figura maschile che hanno al loro fianco: Gregory annuisce e basta, e tutto sommato pure Angelo. Il tiepido tentativo di rivolta del maggiordomo è stato stroncato sul nascere, con la Marchesa che gli ha ricordato quali fossero i ruoli della coppia: lei la mente, lui il braccio.
La precisazione è servita anche a noi spettatori per dissipare il dubbio che la coppia Marchesa-maggiordomo non fosse quella con Gregory. Nel continente asiatico infatti, ha viaggiato un trentenne che ha pianto lacrime di amore, e noi ci rifiutiamo di etichettarlo come “toy boy”. Tanto per iniziare perché non ci piacciono certi luoghi comuni, e poi, soprattutto, perché il ragazzo non viene certo trattato da “boy”; la compagna infatti, quella donna subito ribattezzata Sclery su Twitter, ogni tanto lo minaccia con qualche ceffone a mano aperta, dall’alto: una grave mancanza di rispetto verso la figura del “toy boy”..
La Clery si è lamentata del montaggio della trasmissione, sostenendo che mette in luce i suoi momenti peggiori; a quanto pare però, lei non ne ha certo fatto economia.
La Marchesa si diverte ed è obiettivamente spassosa, la Clery nervosa e suscettibile: due poli opposti che trainano lo show. Dovesse uscire una delle due, l’interesse del pubblico verso Pechino Express si abbasserebbe notevolmente, specie se fosse la Marchesa ad andare a casa.
Per quanto riguarda le altre coppie, colpisce la sorte dei laureati, che fanno parte di una generazione precaria e la rappresentano in pieno anche sullo schermo: sempre fanalini di coda, arrancano e rimangono a galla. Sopravvivono, ma non vincono; potrebbero essere i prossimi ad uscire dal gioco.
Sui Ciavarri finora niente di rilevabile, nemmeno un conflitto generazionale, un padre iperprotettivo, una strigliata, un figlio che non ascolta, niente. Meno male che nell’ultima puntata sono arrivati i figli di Gigliola Cinquetti a svegliarli: è stata antipatia a prima vista, in particolare per Paolo, il Ciavarro junior, che ha subito appioppato loro l’epiteto di “mozzarelloni”.
Non che i due brillino in simpatia, ma il resto del gruppo si è coalizzato contro di loro, rei di essere arrivati a giochi già fatti, quando gli altri avevano già sofferto per rimediare passaggi, sostenere prove immunità e chiedere ospitalità per la notte. Ma soprattutto: rei di concorrere al montepremi finale.
Nella corsa verso la tappa finale si sono mostrate particolarmente agguerrite le modelle, Francesca Fioretti e Ariadna Romero, il motore trainante della coppia. Se all’inizio la prima non faceva altro che paragonare qualsiasi cosa vedesse a Napoli, la Romero ha mostrato subito come certi fastidiosi provincialismi non le appartenessero. E quando la compagna di viaggio, che non riusciva a sopportare le precarie condizioni igieniche delle case altrui, ha insinuato che in fondo la Romero potesse essere più abituata perché cubana, la ragazza l’ha rimessa in riga senza alzare la voce. Una signora. Oltre a una certa risolutezza nel carattere, la Romero sta dimostrando di sapersi adattare e di trascinare con sé l’amica, per cui l’ipotesi è che le due arrivino se non in finale, alla penultima puntata. Potrebbero battersela con la coppia Marchesa-maggiordomo.
Gli altri, gli amici e gli sportivi, si lasciano guardare, senza particolari guizzi, tranne la resistenza fisica nelle prove. Rosolino e la Sensini puntano alla meta senza discussioni o dissapori. Alessio Sakara e Stefano Venturini si lasciano andare a qualche siparietto in romanesco, ma la perenne sensazione che i due, soprattutto Stefano, non siano lontanamente in grado di apprezzare la cultura del luogo, rende il tutto meno divertente. Perché, passata la risatina su Stefano e i suoi comportamenti “schifiltosi” viene in mente che i vietnamiti offrono cibo che non hanno ad occidentali che lavorano per la televisione, e che vengono pagati profumatamente per chiedere gratis pernottamenti e pasti. E non è moralismo, magari lo fosse.