Il primo a calcare il palcoscenico è stato Alberto, che per sua stessa ammissione non si trova a proprio agio nel cantare le cover e il risultato si è visto, dal momento che ha completamente dimenticato il testo del brano. Gli viene però data una seconda chance e, cimentandosi in una sua canzone, la situazione migliora nettamente a ritmo di reggae. L’energia e la comunicazione sono gli elementi che gli consentono di passare il turno, ma se il fine del programma è quello di cercare una popstar allora il suo cammino si sarebbe dovuto interrompere subito; aspettiamo però i bootcamp per vedere se il giovane riserverà qualche sorpresa o dovrà tornare ad allevare suini.
Per fortuna subito dopo arriva Valentina che propone “My kind of love” di Emeli Sandé: intonazione molto precisa, voce piena anche nelle parti alte e discreta capacità di rappare. L’unica critica che le si può muovere è la poca originalità dell’interpretazione, molto fedele al modello di riferimento eppure Morgan dichiara di aver visto la luce! Resta da capire se si tratta di una reale folgorazione o di una frase ad affetto alle quali in questi anni ci ha abituati, in ogni caso per Valentina piovono 4 “sì” e il suo percorso va meritatamente avanti.
Notevoli sono stati anche gli Street Clarks che hanno scelto “Candy” di Robbie Williams mantenendo la giusta energia ed allegria del pezzo. Con l’esecuzione di un brano inedito hanno convinto anche Mika, inizialmente scettico, e per loro si sono aperte le porte dei bootcamp.
Manuel scatena invece l’antipatia di Simona Ventura che lo trova troppo sicuro di sé. Mettendo da parte l’aspetto caratteriale, la performance rock del giovane non lascia il segno eppure si aggiudica 3 “sì”: massima solidarietà al disappunto della Ventura.
Coloro che invece non hanno superato il primo scoglio sono l’osceno (come lo ha definito Morgan) Giampiero, la cui vena cantautorale è risultata a dir poco imbarazzante, Sciaron che con molto lavoro potrebbe arrivare a risultati soddisfacenti data la buona base vocale a cui però manca del tutto l’esperienza, e la reginetta Federica.
Con la diciassettenne Elena si riaccende la speranza di trovare artisti interessanti: viso pulito e fresco e, a dispetto dell’età, voce matura che riesce a controllare e dosare in termini di intensità.
Uno dei picchi più alti della serata viene raggiunto dal giovanissimo Michele che con “Father and son” di Cat Stevens convince l’intera giuria. La sua peculiarità è il timbro, davvero originale e riconoscibile, a cui si accompagna una grande capacità di raccontare la canzone con la voce; già con questo primo provino meriterebbe l’ingresso tra i 12 finalisti.
Brillante anche l’esibizione di Roberta sulle note di “Cornflake girl” di Tori Amos: voce sicura e presenza scenica decisamente buona fanno di lei un’altra concorrente da cui ci si aspetta molto nella fase successiva del programma.
Inspiegabile invece la promozione di Ying a cui solo Simona dice di no. In lei niente fa pensare ad una cantante che possa essere collocata sul mercato discografico: voce assente e aspetto totalmente da reinventare. Sarà sicuramente una vittima dei bootcamp. A sorpresa passano il turno anche i Free Boys, assolutamente acerbi e ancora troppo amatoriali; sono stati accostati ai One Direction, di cui però sembrano la versione oratoriale. Nella categoria dei miracolati rientrano anche gli Avanti e ‘ndre, simpatici per un raduno di alpini ma totalmente inadeguati nel contesto di X Factor, e la rapper Sarah, troppo fragile sia nel canto tradizionale che nel rap.
Notevoli invece le esibizioni di Fabio, artista raffinato dalla voce profonda, e Claudia che convince con un’interpretazione piuttosto intensa e sentita di “Sola” di Francesca Michielin.
Chiudono la prima puntata di audizioni Mr Rain & Osso: rapper non particolarmente esaltante il primo, cantante decisamente valido il secondo che si sarebbe potuto presentare anche da solo. Li rivedremo ai bootcamp.