La Venier si è presentata con semplicità, quasi a riprendere il filo di un discorso tenuto in sospeso da anni, ma mai interrotto. Ha ringraziato Lorella Cuccarini che l’ha preceduta per due anni e si immersa nel suo ruolo di padrona del salotto festivo di Rai1. Dopo l’omaggio floreale e l’applauso dello studio, arriva la prima ospite: Ornella Vanoni, dopo la quale, in una sorta di cambio generazionale ecco Michaele Ramazzotti e Kim Rossi Stuarrt in promozione con il loro ultimo film. Poi, il salto all’indietro che fa ricomparire le mitiche Gemelle Kessler, espressione della prima tv in bianco e nero della storia italiana.
Il clima, finora è di un intrattenimento salottiero tra amici che si incontrano magari dopo del tempo e insieme chiacchierano ricordando eventi del passato. In quest’ottica si inquadra la lunga, singolare chiacchierata con Ornella Vanoni. Non c’è stato bisogno di casi umani pietosi o di beceri escamotage strappa- audience: il momento più bello e tenero di questo segmento c’è stato con l’abbraccio spontaneo alla Venier di Ornella Vanoni che ha detto alla padrona di casa: “che donna fortunata sei, hai tutto, un marito che ti sta vicino, io non ho nulla”. Parole significative forse non ascoltate da tutti, ma che danno dato a quel momento una grande umanità fatta di semplicità e gesti affettuosi. La presenza, in questo spazio di Giovanni Vernia che ha omaggiato la cantante, è servita a spezzare la commozione dell’insolita rivelazione
L’intervista a Rossi Stuart e alla Ramazzotti, pur restando nell’ambito nella promozione cinematografica, ha avuto un aspetto umano che ha toccato anche sprazzi di vita privata. Il tutto senza nessun ammiccamento al gossip e al pettegolezzo. Il segmento in compagnia delle Kessler è stato gestito nella medesima maniera ed è servito alle generazioni più giovani per conoscere aspetti di una tv riproposta soltanto attraverso programmi amarcord come Techetechetè. E, a proposito di amarcord: in questa Domenica in ha un ruolo fondamentale il contributo delle Teche Rai che custodiscono i sessanta preziosi anni di vita del nostro piccolo schermo. Se ben utilizzate, senza strafare, ma inserite in contensti giusti, i contenuti delle Teche, possono dare ad un programma una marcia in più e rappresentare il filo rosso che congiunge il passato al presente.
Gianni Riotta è stato l’ospite successivo: un giornalista che non si presta a cadute di stile. Con lui la Venier ha affrontato in maniera molto supeficiale il tema del giorno: la difficile situazione politica. Si è subito glissato su Papa Francesco e su tematiche differenti. Consapevole che già tutta la tv made in Italy è concentrata sui problemi politici, la Venier ha voluto dare solo un segno di presenza “impegnata” per poi tornare all’ingrediente principale della sua Domenica in: l’intrattenimento.
In quest’ottica ecco arrivare Teo Teocoli presentato addirittura da una Nicoletta Orsomando in bianco e nero, stile old tv. Teocoli evoca periodi della sua vita professionale, ripropone l’inossidabile Caccamo e, alla fine, riesce addirittura a ballare il “dadaumpa” con le gemelle Kessler. “Darei un anno di vita per ballare con le Kessler” aveva detto qualche istante prima il comico alla Venier che, detto fatto, l’ha accontentato, consentendogli di mettere in evidenza le sue non brillanti doti di ballerino.
Giovanni Vernia, venuto dopo l’intervento di Teocoli, ha prolungato il momento di comicità e di parodia.Vernia ha grandi potenzialità, è un personaggio che andrebbe valorizzato meglio. E’ riuscito a dare alla trasmissione un ulteriore tocco di simpatia. Per concludere, Mara Venier ha ospitato Flavio Insinna, l’uomo dei pacchi di Rai1, il conduttore di Affari tuoi. Insinna, seduto sulla poltrona bianca con la Venier, ha raccontato segmenti della sua vita umana e professionale. E si è soffermato soprattutto sui suoi esordi, ricordando che era stato notato in un teatrino romano da Atina Cenci.
Infine. All’evidente compiacimento della Venier di essere tornata alla sua Domenica in, si aggiunge un altro elemento: aver mantenuto la promessa di dare al contenitore la leggerezza dell’intrattenimento puro. Per noi questo significa molto: niente più cronaca nera.