L’evento è stato accolto dalla nostra tv come una manna caduta dal cielo, in un periodo nel quale per catturare ascolti si rincorrono solo morti, stragi, delitti. Risultato: dai canali generalisti a quelli satellitari fino alle reti del digitale terrestre, è tutto un fiorire di servizi e inchieste su quello che è già divenuto un brand: il Royal Baby. Non è mancata trasmissione che non abbia affrontato l’argomento, tentando disperatamente di inventare nuove ottiche attraverso le quali raccontare l’evento. Che alla fine è solo una gravidanza, ma si riveste di significati speciali.
Quel che ha più colpito è stata la gran fretta con cui la nostra tv si è precipitata a coprire la notizia prevedendo ascolti elevati. Bruno Vespa ha confezionato la puntata speciale di Porta a porta, cercando di invitare personaggi se non proprio “regali”, almeno vicini all’argomento tralasciando un piccolo particolare: l’assenza di sangue blu. Tutti gli altri hanno fatto sfilare nei loro salotti televisivi opinionisti e esperti di Royal family europee.
Questa frenesia del Royal gossip, merita una riflessione. Perchè la nostra tv si è letteralmente scatenata sulla gravidanza di Kate? Per quale motivo sembrano tutti pazzi per Kate e William? Innanzitutto il nostro piccolo schermo è abituato al solito pettegolezzo casereccio su attori e attrici che non hanno la statura e la valenza di un personaggio di sangue reale. Noi al massimo discutiamo sulla figlia di Balotelli e di Raffaella Fico o sugli amori della Canalis. I protagonisti delle cronache rosa made in Italy offrono in pasto a paparazzi e esperti del settore solo legami sentimentali che si formano e si sbriciolano in pochisimo tempo. Non sono all’altezza di un’altezza reale che appare tanto più prestigiosa quando si tratta della Royal family made in England.
Noi non abbiamo principi e regine. Abbiamo certo, tante Cenerentole che però, non troveranno mai sulla loro strada l’erede al trono, al massimo il solito piccolo miliardario che le molla con qualche rendita finanziaria. Avevamo un piccolo principe, chiamato Emanuele Filiberto di Savoia, ma il suo regale prestigio si è dissolto. Non all’ombra della Repubblica, ma al sole della televisione che ha inziato da tempo a frequentare come un qualsiasi signor Rossi in cerca di notorietà.
Ed ecco che il nostro piccolo schermo allunga lo sguardo oltre confine. Non a caso il Royal gossip è divenuto patrimonio internazionale delle tv e della stampa rosa. Ci appassioniamo alla gravidanza di Kate che abbiamo atteso quasi si trattasse di una nostra conoscente, ma stiamo già pensando a quando arriverà quella di Charlene, consorte del principe Alberto di Monaco. E ci interroghiamo sull’identità dei futuri opinionisti che ne discuteranno con Bruno Vespa.Quando il Royal gossip, per di più non made in Italy, entra così prepotentemente nel tempio sacro della politica, significa che ha assunto la medesima importanza di una discussione tra parlamentari.