Sembra però che qualcosa sia mutato nonostante il direttore sia rimasto al suo posto.
A dare un segnale in questa direzione è stato un piccolo particolare che potrebbe contiene una sorta di messaggio subliminale. Si tratta dello spostamento del programma “Alla lavagna” andato in onda per due mesi consecutivi nella fascia dell’access prime time con un ottimo gradimento di pubblico: il 6% di share quasi quotidiano.
Mancava una settimana alla chiusura del programma nel quale un personaggio noto si sottoponeva alle domande di una classe di bambini. Improvvisamente la programmazione delle puntate conclusive è stata spostata in seconda serata e al prossimo anno.
La Rai con un comunicato ha giustificato lo spostamento di collocazione come “esigenze di palinsesto” ed ha smentito categoricamente ogni altra motivazione di presunta censura di cui si parlava sul web. Tutto sarebbe passato in silenzio se non fosse stata la protesta di Vladimir Luxuria. L’ex parlamentare ed attuale opinionista infatti era stata invitata in una delle puntate nel corso della quale si sarebbe intrattenuta con i bambini.
L’appuntamento con Vladimir Luxuria era contenuto proprio in una delle sette puntate traslocate in seconda serata. La stessa Luxuria aveva protestato con un tweet ed aveva fatto chiaramente capire che probabilmente la sua presenza non era più gradita per le tematiche affrontate.
L’altro neo che caratterizza il percorso di Stefano Coletta è il mistero sull’assenza di Alessandra Casella nelle quattro puntate del programma “La TV delle ragazze“. Dopo l’elegante protesta della stessa Casella, sempre espressa su Twitter, ci si aspettava almeno una risposta ed una giustificazione. Invece c’è stato il silenzio più totale da parte di tutta Rai 3 e soprattutto da parte di Stefano Coletta.
Si tratta di due inciampi sul percorso netto di un direttore di rete che pure è riuscito a dare all’emittente un volto nuovo ricostruendo il palinsesto dopo il totale svuotamento effettuato dalla precedente direzione.
Sono stati ben sedici i nuovi format televisivi ideati da Rai 3, molti con grande successo come ad esempio “Le ragazze del ’46” e “Le ragazze del ’68” a cui sono seguite “Le ragazze“. Citiamo anche “La Linea verticale” con Valerio Mastrandrea, “I topi” con Antonio Albanese, “Illuminate“, “I Dieci comandamenti” con Domenico Iannacone e “Lievito madre – le ragazze del secolo scorso” con Concita De Gregorio.
Meraviglia dunque che Coletta sia incappato in queste due défaillance. Sul web si era fatta strada l’ipotesi che il nuovo corso di viale Mazzini avesse potuto influire sulle sue scelte decisionali.Particolare smentito nel comunicato diramato dall’azienda che ha ricordato le scelte coraggiose della rete con la messa in onda di programmi come “Stato civile” sulle unioni civili e “Storie del genere” sui percorsi di transizione di genere
Insomma se la Rai ha svoltato a destra non dovrebbe averlo fatto anche la rete che tradizionalmente si trova all’opposizione.