Adesso la crisi de La Vita in diretta è diventata sempre più preoccupante. Spesso, infatti il contenitore pomeridiano di Rai 1 è raggiunto da Geo in onda su Rai 3 con la conduzione di Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi. I dati di ascolto qualche giorno fa, sono stati davvero umilianti per Rai 1: 13% per Fialdini-Timperi e 14,7% per Sagramola e il suo compagno Biggi. Un dato che evidenzia il malessere crescente di un contenitore senza nessuna linea di azione.
La Vita in diretta non ha uno schema, non ha un format, procede per paradigmi fissi basati quasi esclusivamente sulla cronaca nera di cui si fa un uso smodato ed eccessivo.
Sono lasciati in secondo piano argomenti più interessanti, non si realizza mai una discussione esaustiva con una riflessione che induca ad approfondire temi specifici dell’attualità più impellente. Se si esclude infatti il continuo voyeurismo e l’eccessivo soffermarsi su particolari truculenti dei vari casi di cronaca nera, La Vita in diretta presenta un vuoto imbarazzante di contenuti.
Non si può percorrere sempre la medesima strada del delitto e dei più efferati fatti di cronaca che vengono tra l’altro affrontati come in una soap opera di cui vengono raccontati, giorno dopo giorno, gli eventi principali. Eventi che, tra l’altro, sembrano procedere al rallenty nel tentativo di allungare i tempi di messa in onda.
Il telespettatore si è accorto della pochezza di contenuti di un programma che non ha mai saputo trovare da settembre ad oggi un vero e proprio filo conduttore. Gli unici momenti che si salvano sono le inchieste e le interviste di Pino Rinaldi, realizzate sempre con grande e puntigliosa precisione, nel rispetto delle persone a cui si rivolge senza la retorica di mestiere che invece gronda da tutti i servizi presenti ne La Vita in diretta.
Bisognerebbe rinnovare completamente il parco autori e cercare un’idea che possa restituire a La Vita in diretta il significato originale del programma: raccontare l’Italia attraverso le storie di stretta attualità che non siano soltanto legate ai fatti più efferati che accadono.
C’è bisogno innanzitutto di due conduttori che abbiano il feeling professionale indispensabile per essere credibili agli occhi del pubblico. La nuova coppia di quest’anno Tiberio Timperi e Francesca Fialdini purtroppo è lontana da quella affinità elettiva necessaria per la credibilità ed il successo di una proposta televisiva.
Lo stesso anno la Fialdini accanto a Marco Liorni era molto più credibile, sincera e spontanea. Quest’anno appare artefatta e costruita, ingabbiata in uno schema nel quale lei stessa sembra trovarsi a disagio.
Tiberio Timperi gigioneggia e bada soltanto alla sua persona. Si sforza di proporsi in una maniera familiare senza purtroppo riuscirci.