Dopo circa un anno di assenza, Fiorello è tornato nel mondo dei “cinguettii” con un’altra iniziativa divenuta già un cult: @edicolafiore. Con questo account, posta ogni giorno il video della sua singolare rassegna stampa realizzata insieme ad un gruppo di persone comuni diventate già personaggi e etichettate come La gang di Fiorello. @edicolafiore è attualmente trasmessa anche su Sky Uno due volte al giorno.
Ma cosa ne pensa il popolo del web di Rosario Fiorello la cui popolarità è persino pari a quella del Presidente della Repubblica? Qual è l’opinione dei twittaioli sullo show man che, novello Re Mida della Comunicazione, trasforma in oro tutto quello che tocca? Soprattutto: è bene che sia così onnipresente oppure pecca di sovraesposizione mediatica? Abbiamo realizzato un sondaggio proprio su Twitter. Ed ecco il risultato:
“Fiorello è sempre in tv perchè uno così bravo è bene che ci sia. Sempre”, affermano quasi all’unisono i personaggi del mondo dello spettacolo presenti su Twitter, le cosiddette “twitstar”. E anche tra le persone comuni, o quasi, il coro di lodi è lungo e ampiamente motivato: “Fiorello dimostra come siano molto più godibili e intelligenti i suoi post rispetto a intere giornate televisive” “Per me Fiorello ci deve stare in tv, perchè il talento è così raro oggi in televisione.” “E’ un mito, unico e irripetibile per intelligenza e sens of homour”. “Fiorello è un artista a 360 gradi oltre che un uomo meraviglioso”, scrive Rita, fan ventennale di Rosario, una palermitana che ha attraversato tutta l’Italia, giungendo fino a Assago per assistere ad un suo spettacolo.
E continuando: “In tv è onnipresente perchè si sa che lo show man fa molto ascolto qualunque cosa faccia. E poi la gente lo ama per il suo talento e la sua schiettezza”. “Semplicemente, è indispensabile”.”E’ un grande! I suoi video ci fanno iniziare con un sorriso la giornata. magari potesse tornare, anche solo in Radio!” “Stimo Fiorello: la sua edicola quotidiana tra un po’ fa l’uovo!”
Ma, all’improvviso, tra tante lodi e tanta ammirazione, compare qualche nota stridente. Cominciamo con le più benevoli: “Ha capito come funziona la tv, meglio concedersi poco, se si fanno pochi ascolti la tv non perdona”. “Per la pubblicità è sprecato, potrebbe fare di più e mettersi in gioco, anche perchè è bravissimo e può farlo.” Poi la critica comincia a diventare più pesante: “Io trovo che avrebbe bisogno di rinnovarsi un po’, è bravissimo ma rischia l’effetto Bonolis, sempre uguale con le battute snob” Ed ecco l’affondo: “Gli elogi sperticati e ingiustificati gli hanno fatto perdere spontaneità, oramai ricicla solo temi vecchi”. Infine: “A me non piace. Trovo stucchevole l’adorazione degli addetti ai lavori e non, per ogni cosa che fa”.
Dunque, come ogni personaggio che si rispetti, anche Fiorello divide: da una parte gli adoratori, dall’altra i detrattori che sembrano più consistenti di quanto si poteva immaginare. Ed è giusto che ci siano anche voci fuori dal coro: le critiche, se si sanno interpretare, possono contribuire a migliorare professionalità e approccio con il pubblico.