Dopo quanto è accaduto ai protagonisti, con incursioni anche nel paranormale, abbiamo realizzato una inchiesta che ha coinvolto medici, persone che si sono trovate nelle medesime condizioni di salute ed hanno quindi lottato contro malattie gravi, madri di piccoli pazienti affetti da mali incurabili. Con rispetto abbiamo raccolto le loro reazioni. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Il professor Antonio Chiacchio, specialista in Ortopedia e Traumatologia anche infantile, parla di un racconto estremamente sopra le righe. “Nulla di quanto si è visto nella serie Braccialetti Rossi risponde alla realtà. Innanzitutto l’ambiente ospedaliero è edulcorato e all’interno di esso si vivono delle situazioni completamente differenti da quelle esistenti. Non discuto la professionalità dei medici e la loro vicinanza ai malati, soprattutto ai bambini, che esiste davvero. Discuto invece la maniera con cui vengono affrontate le malattie e la leggerezza con cui si insiste sulla sofferenza dilatandola oltre i limiti soltanto per ragioni di audience“.
Il professor Chiacchio mette anche in evidenza la precarietà di alcune situazioni ospedaliere visibili nella serie. Significa che gli ambienti del nosocomio dove si svolge la serie sono estremamente aperti. Non è infatti consentito che i giovani possono uscire ed entrare quando vogliono secondo quello che si vede nella serie. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Giuliana è una donna di 39 anni ancora non guarita completamente da un cancro al seno. Dopo aver visto le prime puntate di Braccialetti Rossi 3 ci ha inviato una foto che la ritrae calva. Era accompagnata da una scritta: “è questo il vero volto della sofferenza di chi ha un cancro, non quello che invece viene mostrato da Braccialetti Rossi“. Per noi è stato un colpo terribile.
Clara è la madre di un bambino di 10 anni che ha avuto un brutto tumore al cervello, proprio come Leo. Ci descrive il suo calvario e l’enorme angoscia patita durante tutto l’excursus medico che ha dovuto affrontare il piccolo. Il male si era manifestato già in tenera età e la madre ha cercato di presentargli l’ospedale come un gioco, e le tante medicine che doveva prendere come pasticche magiche necessarie a conferirgli la forza dei supereroi al bimbo tanto cari. La donna ci descrive l’ospedale come un luogo di solidarietà ma anche di immenso dolore e le telecamere che cercano di carpire quel dolore sono altamente offensive della privacy, anche se si tratta di una fiction.
Abbiamo intervistato inoltre molti altri medici. Ma ci hanno risposto di non aver voluto assolutamente vedere nessuna puntata di questa fiction. “Ogni giorno siamo a contatto con giovani che muoiono per davvero afflitti da mali incurabili e noi cerchiamo di essere loro vicini in tutti i modi. Ogni giorno ne riceviamo l’abbraccio e sappiamo che forse potrebbe essere l’ultimo. Ci rifiutiamo di assistere a spettacoli inventati per fiction che sfruttano la sofferenza umana soltanto per fare ascolti“. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Ad esprimere un giudizio positivo è il professor Pietro Antonio Migliaccio, Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione e responsabile di progetti per la corretta nutrizione dei bambini. “La fiction mi è sembrata molto delicata nel trattare dei temi così duri e importanti come la malattia dei bambini. Ho notato che nell’approccio dei medici ospedalieri ai piccoli pazienti era sempre presente un amore che va aldilà della semplice assistenza medica. L’Ospedale dei Braccialetti Rossi è quello che tutti vorremmo per i piccoli pazienti. Un esempio di tal genere potrebbe essere qui a Roma l’Ospedale del Bambin Gesù e la sua succursale di Palidoro“.
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Sulla stessa lunghezza d’onda del professor Migliaccio è la dottoressa Maria Teresa Strumiendo per la quale l’amore per i bambini è la medicina principale, accanto ai farmaci necessari, per dare ai piccoli pazienti il coraggio ed una speranza per il futuro. Tutto questo secondo la dottoressa viene evidenziato nella serie Braccialetti Rossi 3 che ha al suo attivo anche una buona recitazione da parte degli attori.
Gli ultimi due medici sottolineano anche che è stata utile la consulenza di un’equipe di veri medici con l’obiettivo di indirizzare gli attori a muoversi nella maniera più giusta.