Non solo: tutti i pogrammi devono fare a meno della presenza dei politici che possono parlare soltanto nelle sedi idonee, ovvero nelle trasmissioni elettorali oppure nei talk show costretti, rigorosamente, a invitare esponenti di tutte le parti politiche rappresentate. In determinate trasmissioni non si possono neppure pronunciare i nomi dei candidati, bisogna penosamente ricorrere a perifrasi per far capire di chi si parla. Gli sforzi da parte dei conduttori, che fanno incredibili giri di parole, sono esempi esilaranti di umorismo involontario. Gli italiani, ad un certo punto, hanno la sensazione di essere considerati fragili, insicuri, influenzabili, in balia dei quattro venti politici che cercano di soffiare nelle loro menti i nomi dei candidati da votare. Peggio di bambini che non hanno il discernimento per decidere.
Quindi, ad un certo punto, noi italiani precipitiamo in una dimensione surreale, spesso persino offensiva. Ci si sente davvero nel paese delle meraviglie. Anche perchè l’Italia è forse l’unico paese al mondo in cui vigono leggi così singolari. Tra queste, la proibizione di diffondere sondaggi elettorali a due settimane dalle elezioni. Una disposizione che esiste in Italia e che definire ridicola sembra davvero un eufemismo. Si pensi solo a quanto accade negli USA: mentre da una parte della nazione si deve ancora votare, dall’altra parte cominciano già a pervenire e a essere resi noti i risultati del voto. Segno di una democrazia matura che in Italia ancora non esiste. O forse di cui ci considerano incapaci.
Allora davvero ci si vede costretti a comportarsi come bambini che, messi dinanzi ad un oggetto proibito, o fanno di tutto per ottenerlo, oppure se ne appropriano di nascosto. Proprio come è accaduto nei giorni scorsi, durante i quali, nonostante il divieto, sono circolati “sondaggi candestini” che hanno susciato la curiosità e l’interesse soprattutto sul web, proprio perchè “merce proibita”. Noi, invece, vorremmo riconquistare la nostra dignità di persone adulte che sono in grado di concepire un’idea personale, di conservarla durante il tempo delle elezioni, senza che qualcuno ci consideri come banderuole pronte a cambiare idea al mutar del vento.