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Dispiace dirlo, ma il tentativo non è riuscito. Il fallimento, però, non è da addebitare ai conduttori ma alla mutata fruizione della musica in tv. Venti anni fa l’universo musicale sul piccolo schermo era limitato soltanto ai vari festival ed alle serate canore che si susseguivano nel corso dei mesi estivi. I talent show erano ancora lontani. E l’opinione diffusa era che la musica, sul piccolo schermo, non catturava l’interesse del pubblico. Altre erano le forme (non i format, attenzione) dell’intrattenimento.
In questo contesto, l’arrivo di Furore in video all’insegna del puro divertimento sulle note musicali, portò una ventata di novità nei paludati palinsesti televisivi. Due squadre formate rispettivamente da “ragazze” e “ragazzi” si confrontavano in gare singolari: la canzone interrotta, il karaoke arcobaleno sono soltanto alcune gare riproposte anche nell’edizione 2017.
Tutto lo studio da cui va in onda Furore viene investito da una ventata di confusione musicale con le squadre che mettono alla prova le loro corde vocali. Ma ad un certo punto il telespettatore si blocca. E si chiede: ma queste atmosfere sono oramai sfruttate al massimo in tv. Sono state viste in programmi come Bring the noise su Italia 1, Stasera tutto può succedere su Rai2.
La verità è che la musica è diventata una dei generi più presenti sul piccolo schermo.
I talent show sono una realtà dalla quale non si può più prescindere. Vengono declinati in tutte le sfaccettature ma hanno sempre la musica come elemento fondamentale. In tv si balla e si canta oramai dappertutto: quegli ingredienti che 20 anni avevano rappresentato la differenza, cambiato moduli e schemi entrando nell’immaginario collettivo, oggi sono divenuti persino insopportabili. L’intrattenimento passa attraverso la musica al sabato sera ma è onnipresente anche in altre collocazioni. Non ci sono soltanto show come I migliori anni. Anche i concerti delle star vengono ripresi con un’accurata regia televisiva proprio per essere inseriti nei palinsesti .
Che bisogno c’era allora di riesumare Furore? Che bisogno c’era di un’operazione lontana persino dall’amarcord perchè l’amarcord è presente in altre modalità sul piccolo schermo?
Alessandro Greco, storico conduttore della versione di 20 anni fa, ha fatto di tutto per ricreare quel mood.
Gigi e Ross hanno rappresentato la parte moderna dello show. Ma contro i tre padroni di casa ha giocato in negativo il cambiamento del piccolo schermo. Adesso nessuno tocchi più Furore del 1997, quel piccolo gioiellino deve restare incastonato nei ricordi del pubblico come la prima vera rivoluzione della fruizione della musica in tv.