Un espediente che fa venire in mente i finali aperti di Squadra antimafia, soprattutto quello della quarta serie: l’apertura della famosa botola che salvò Domenico Calcaterra (Marco Bocci) da morte sicura. Per un anno i telespettatori avevano fantasticato sull’identità del misterioso personaggio. Ma anche il finale della prima stagione di Una grande famiglia aveva lasciato tutti interdetti: all’improssivo riapparve Edoardo che era stato dato per morto. Questo “finale aperto” non solo non aveva chiarito molte questioni, ma aveva causato le proteste di numerosi spettatori riprese dal Codacons e dall’Associazione Utenti Dei Servizi Radiotelevisivi che addirittura presentarono un esposto all’Antitrust e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Un bilancio complessivo evidenzia subito che le otto puntate della serie appena conclusa non hanno avuto la medesima valenza rispetto al passato. La sceneggiatura era stentata, procedeva a scatti, evidenziava l’imbarazzo e l’incertezza degli autori nel trovare la strada giusta per catturare la curiosità del pubblico. Aleggiava su tutta la serie un’atmosfera di malinconica trascuratezza, sembrava che i personaggi spesso andassero allo sbando, privi di direttive di solito imposte dalla sceneggiatura.
Una grande famiglia 2 è stata meno curata, scritta e girata con fretta e approssimazione, caratteristiche assenti nella prima stagione. Per tale motivo ha ottenuto in ritardo il gradimento del pubblico. Infatti le prime puntate non hanno conquistato ascolti eccellenti. Ma la Rai che ha investito notevolmente sul prodotto, appena si è resa conto che la seconda serie rischiava di non bissare i risultati della prima, ha iniziato una intensa campagna di pubblicità. Al punto che Bruno Vespa ha dedicato alla grande famiglia di Rai1 un’intera serata del suo Porta a porta.
Inoltre: spesso l’incalzare degli eventi appariva del tutto estraneo alla realtà. In molti passaggi sembrava di essere capitati all’improvviso nella classica soap opera con intrighi del tutto irreali. Come in una soap opera, infatti, Una grande famiglia ha fatto scomparire, ricomparire e poi scomparire di nuovo Edoardo, ha dato a Serafina, la segretaria dell’azienda, sfaccettature differenti, ha messo sullo sfondo una mafia senza connotati alla quale Edoardo non è riuscito a sfuggire.
L’unico ingrediente che ha funzionato, proprio come in una soap opera, è stato il triangolo Edoardo- Raoul e Chiara che talvolta evocava i rituali amorosi di Beautiful. Ma a questo punto Una grande famiglia deve cambiare registro. Non bastano i 6.043 mila spettatori che hanno assistito al finale aperto del 5 dicembre scorso, regalando alla rete il 22,78% di share.