Non mancano in queste attività minori campioni e/o società che, con impegno e dedizione negli eventi mondiali ed europei, portano sul podio il nostro paese. Si parla di pallanuoto, pugilato, scherma quando si raggiunge un primato mondiale, ma la notizia viene relegata in un trafiletto breve, che passerà sotto gli occhi dei lettori senza destare curiosità ed interesse. Il Tg lo annuncerà brevemente e rapidamente prima di raccontare l’ultimo gossip su Belen. Unica eccezione le Olimpiadi, durante le quali, finalmente tutte le discipline agonistiche vengono portate sotto i riflettori. Ma spente le luci, tutto ritorna come prima.
Credo che pochi siano venuti a conoscenza dell’ottima esibizione di Caroline Kostner a Zagabria. L’azzurra ha vinto il suo quinto titolo continentale ai Campionati europei di pattinaggio di figura, ottenendo 194,71 punti. Ma nessun canale televisivo, nessun settimanale o quotidiano lo ha messo in prima pagina con la giusta importanza.
E nessun canale o pagina di giornale ha ricordato Giuseppe “Dido” Guerrieri, deceduto da poco all’età di 81 anni. Fu uno dei coach più affermati del panorama cestistico nazionale, entrato nella Hall of Fame del basket italiano nel 2011. Ma forse è più importante trasmettere la notizia di calcio mercato del Milan e dell’acquisto di Mario Balotelli da parte del presidente Silvio Berlusconi.
Quante trasmissioni sportive sono state dedicate all’addio al calcio italiano di Alessandro Del Piero, ora a Sidney presso il club calcistico Sydney FC? Tante, forse troppe. Ma nessuna t generalista ha mai dato spazio a Michael Jordan dopo il suo addio alla pallacanestro. Michael Jeffrey Jordan il più grande giocatore di basket di tutti i tempi, o, come disse Larry Bird: “Dio travestito da Michael Jordan”. Avrà segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi dalla fine, ma nella sua carriera ha sbagliato più di novemila tiri. Ha perso quasi 300 partite, trentasei volte i suoi compagni di gioco gli hanno affidato il tiro decisivo e l’ha sbagliato. Nella vita ha fallito molte volte ed è per questo che alla fine ha vinto tutto. Accettava la sconfitta, ma non poteva rinunciare a provarci, insegnando a chi lo ha seguito, amato che i limiti sono soltanto illusioni.
La speranza, dunque, è una maggiore apertura da parte della tv, soprattutto generalista, al calcio. Apriamo i nostri orizzonti, e facciamoci rapire dal basket, pallavolo, scherma, pugilato. Lo sport è bello, è sano, è custode di sani valori e principi: cerchiamo di tenerli vivi.
Non solo calcio in tv: ci sono anche altri sport
2 Febbraio 2013
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