Sanremo 2020 canzoni prima serata. Il Festival di Sanremo ha fatto ieri sera il suo debutto e con esso i primi 12 brani in gara. Ecco una analisi su come si presentano le 12 canzoni che abbiamo avuto modo di ascoltare e sulle performance dei cantanti.
Sanremo 2020 canzoni prima serata – i nostri giudizi
Irene Grandi – “Finalmente io”: Il brano è scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri (Stadio) e si percepisce la bravura di questi due mostri sacri, soprattutto nel testo. Alla performance manca però energia. Irene canta in modo retro (anche il suo look non è attualissimo) e l’emozione e l’insicurezza, forse dettata dalla lunga assenza, non aiutano. Da riascoltare.
Marco Masini – “Il confronto”: Nel 2020 Masini celebra 30 anni di carriera ed il pezzo che propone stasera regge il confronto con i suoi brani più celebri. Non mancano le esplosioni vocali, che da sempre lo contraddistinguono. Passano gli anni ma Masini è sempre lo stesso. Performance carica di quell’emozione lancinante, che taglia, come un dolore che piove improvviso. Bello il ritornello. “E in quello specchio a urlare cambia faccia”, queste immagini stridenti acchiappano il cuore. Masini sembra avere maggior consapevolezza e presenza scenica, è un cantante ormai maturo, che mantiene però le sue sfere malinconiche.
Rita Pavone – “Niente (Resilienza 74)”: Pezzo molto glam rock, anni ’80. La Pavone canta con grinta, ha saputo aggiornarsi, stare al passo, regge ancora il palco. E’ una performance incisiva, un bel ritorno, una sorpresa. Non mancano gli assoli di chitarra e batteria. Aspettando Piero Pelù già c’è stato rock a Sanremo e da Rita Pavone non ce lo saremmo proprio mai aspettati.
Achille Lauro – “Me ne frego”: Avevamo detto che per Lauro sarebbe stato difficile ottenere l’effetto sorpresa della scorsa edizione del Festival di Sanremo, l’edizione della sua prima partecipazione. Ecco, ci sbagliavamo di grosso. Arriva sul palco con un look vincente, sembra quasi un re con il suo mantello in velluto e oro. Poi all’improvviso si denuda e rimane con una aderentissima tutina color carne glitterata. Matto, totalmente fuori dalle righe, ma senza dubbio un genio. La canzone è orecchiabile, radiofonica. Lauro è riuscito ad alzare l’asticella ed a stupire ancora.
Diodato – “Fai rumore”: Diodato è poetico, emozionante, straziante. Ha una bella voce e non sbaglia un testo. Il brano risulta contemporaneo ed efficace, riprende sfumature della musica pop sposandole con il cantautorato. Le sue sonorità sembrano rubate agli anni ’90 italiani e miscelate a quelle moderne. Il brano di Diodato è un pugno nello stomaco. E’ una di quelle canzoni da urlare al cielo, uno di quei brani che ti fanno riflettere sul senso della vita.
Sanremo 2020 – gli altri brani
Le Vibrazioni – “Dov’è”: Le Vibrazioni cercano l’emozione con la lingua dei segni e francamente questa è l’unica innovazione della performance. Per il resto “Dov’è” è la classica canzone da Vibrazioni. Il ritornello rimane in testa, ma manca originalità, profondità, emozione.
Anastasio – “Rosso di rabbia”: Gran bel debutto per Anastasio. Il brano richiama i Linkin park, ma all’italiana. Il rapper ha mantenuto il suo stile, è d’impatto, ha carisma. “Panico panico, sto dando di matto”, questo pezzo è destinato ad essere cantato ovunque, soprattutto in macchina bloccati in mezzo al traffico.
Elodie – “Andromeda”: Elodie ha una voce sofisticata e sensuale. La canzone è elettronica, è un bombardamento di sonorità. Il ritmo è inconsueto e straniante, ma estremamente trascinante. Un po’ Beyoncé un po’ Rhianna, “Andromeda” è poco da Sanremo, ma in radio spaccherà. Bello anche il testo del brano, firmato da Mahmood e Dardust.
Bugo e Morgan – “Sincero”: Canzone elettronica, prodotta in perfetto stile Morgan. Si odono echi di Battiato, ma ci sono anche moltissime influenze anni ’80. Brano orecchiabile, avrà successo alla radio.
Alberto Urso – “Il sole a est”: La sua presenza al festival ci aveva promesso il pathos lirico tanto amato dal pubblico italiano ed eccolo qui. Alberto Urso fa il suo, c’è. E’ dolce, romantico, ha il faccino da bravo ragazzo. Non un brano memorabile, ma molto sanremese. In passato pezzi del genere sono stati premiati con la vittoria (vedesi “Grande amore” ed Il volo).
Riki – “Lo sappiamo entrambi”: Canta in un modo retro che però non convince. Il brano è stato influenzato da sonorità latino-americane (paesi in cui Riki ha spopolato). Il ritornello è convincente, ma la performance ha poca grinta.
Gualazzi – “Carioca”: Il suo è un mondo onirico, pittoresco, colorato. Il brano è contraddistinto da un ritmo samba jazz, spiritoso e sensuale. “Carioca” è estremamente radiofonica, mette voglia di ballare.