La prima impressione è che, forse, bisogna andare avanti e aspettare le altre puntate, con il cambio del periodo storico e il passare degli anni, probabilmente l’ambientazione e il look del cast potrebbe rinfrescarsi.
Intanto analizziamo adesso i costumi della serie. Pur sapendo che, dopo la fine della guerra, non resta altro che miseria e tristezza, le due famiglie dei protagonisti, Flavio Parenti e Micaela Ramazzotti, molto diverse socialmente, una benestante e l’altra molto meno, presentano alcune incongruenze. Infatti, in quella più socialmente elevata, non s’intravede nell’abbigliamento un minimo di background famigliare. Non trapela nell’aspetto, l’impronta di un benessere, anche se ormai perduto, che dovrebbe essere evidente, nonostante il periodo difficile, perchè insito nei personaggi di una certa estrazione sociale.
L’abbigliamento avrebbe dovuto essere meno triste, più elegante: infatti una delle sorelle del protagonista puntualizza spessissimo la loro differenza sociale. Proprio per questo, secondo me, ambedue le sorelle di Carlo (il personaggio di Flavio Parenti) avrebbero potuto indossare abiti e tailleur un pochino più ricercati ed eleganti, con acconciature, da far rendere l’idea del loro ceto sociale.
Flavio Parenti veste meglio, come uomo ha giacche e cappotti che appaiono come nuovi, ben mantenuti e i tessuti sembrano leggermente più preziosi rispetto agli altri.
Micaela è bella, ma sempre triste e parla sussurrando e sospirando, non è male l’acconciatura e l’abbigliamento a volte è migliore rispetto alle altre donne del cast.
L’abito da sposa non è male, considerando la condizione della famiglia, però, io devo dire che è tutto tanto triste e grigio.
Dai racconti di mia madre, dalle foto di famiglia e dalla mia documentazione storica, il dopo guerra per gli Italiani rappresentava una rinascita e una speranza in un futuro migliore, mentre oggi gli Italiani hanno paura che un futuro non ci sia. Dico questo non come critica alla storia della fiction che a mio avviso contiene un messaggio positivo, ma perché gli italiani, allora, si vestivano forse meglio, anche se avevano pochi soldi. La mia mamma aveva degli abitini molto carini e andava incontro alla vita. Probabilmente è una scelta.
Conservo la speranza che, con lo scorrere degli anni,i costumi cambieranno il loro triste aspetto. Torneremo ad analizzarli, come abbiamo già fatto con i costumi di “Una grande famiglia”
Giovanna Silvestri: Costume designer & Stylist, dal Cinema alla Televisione al Musical teatrale. Con base a Roma è una delle più acclamate Costume Designer Stylist in Italia; ha lavorato per oltre 30 anni con i più importanti personaggi della televisione nazionale Italiana. Creatrice di look ha progettato costumi di ogni genere, specializzandosi in Abiti da ballo, Musical e Prime TV Show. In procinto di insegnare all’estero, anche ai Cinesi, la scuola di Moda e Costume
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