Indice dei contenuti
Il nostro saluto a Vincenzo Mollica. Il 29 febbraio 2020 è stato l’ultimo giorno di lavoro al Tg 1 di Vincenzo Mollica. Il giornalista è adesso in pensione, una pensione meritata, ma probabilmente anticipata a causa delle patologie che da qualche anno lo affliggono.
Molti sono stati i messaggi di affetto che ha ricevuto. Primo tra tutti la lunga intervista celebrativa a Domenica In, su Rai 1,con Maria Venier.
Ma perché Vincenzo Mollica ci rimarrà nel cuore?
Il nostro saluto a Vincenzo Mollica: giornalista che ci manca
Tacciato spesso di buonismo, accusato di esaltare troppo chi intervistava, Mollica è di gran lunga differente. Il “Mollichismo “ – così è chiamato il suo modo di gestire la professione – non è un susseguirsi di buonismo, è un mix di domande che mettono allo scoperto l’anima, le capacità ed anche le fragilità di chi viene intervistato.
Il suo giornalismo è da ammirare, in un mondo in cui siamo ormai abituati alla prepotenza ed all’urlo per ottenere visibilità in tv. Lui no, lui non si è arreso, e ha portato avanti con orgoglio la gentilezza e l’educazione.
Ogni domanda posta, ogni quesito, è stato pensato e detto con garbo ed empatia. Anche oggi, quando gli vengono ricordate le sue interviste, Mollica ricorda ogni particolare, impresso nella sua memoria. E questo accade perchè per lui tutti gli incontri con i personaggi non rappresentano solo un “dovere”, ma sprazzi di vita.
Giornalismo d’altri tempi e valori genuini
Vincenzo Mollica ha sempre esaltato gli intervistati, non per buonismo, ma perchè lui stesso li ammira e li stima. E gli artisti dal canto loro hanno lasciato per un attimo il ruolo ruolo iconico, le paillettes, le sovrastrutture. Per lui sono diventate persone “comuni” e si sono affidate -per quello spazio/tempo – alla competenza professionale del grande Vincenzo.
La genialità di Mollica consiste nella capacità di coinvolgimento. Per giornalisti vecchio stampo come Mollica, essere coinvolgenti significa essere vicini al pubblico. La sua forza è il garbo, la volontà di interessare le persone a ciò che lui ama, la voglia di scoprire mondi nuovi. Uno stile sobrio ed elegante, differente da chi, invece, punta a cavalcare argomenti di tendenza per ottenere riscontro sui social.
E’ soprattutto in momenti delicati come quello che stiamo vivendo per l’emergenza Covid 19, che si avverte la mancanza di professionisti del suo calibro. Lui, forse, sarebbe riuscito a veicolare un messaggio di impegno sociale nel rispettare le regole ed anche di speranza.
Mollica è un uomo dai mille volti, poliedrico, colto, una vera personificazione del Servizio Pubblico. Ci mancheranno le sue domande non banali, la sua autoironia, la sconfinata saggezza di un uomo che è sempre restato al suo posto, senza mai ostentare supremazia.
Vincenzo Mollica, auspici per il futuro
Potremmo accomunare Vincenzo a professionisti del calibro di Gianni Minà e Pino Daniele che il sorriso e la vita li hanno stampati in faccia. Professionisti che hanno riversato la loro malinconia nella nostra anima, senza affaticarla ma alleggerendola.
Per concludere questo omaggio, citiamo uno dei suoi ultimi libri, “Scritto a mano, pensato a piedi”: “La bellezza senza meraviglia è come l’acqua pazza senza triglia”. Il libro è un testo di narrativa in rima, che disegna la nostra cultura attraverso modi di fare e detti.
Noi vogliamo sperare che Mollica possa regalarci ancora il suo giornalismo di qualità.
Una preghiera, infine, all’azienda di viale Mazzini: selezioni giornalisti con una fede professionale come quella di Mollica.
La Rai deve tornare ai vecchi valori dell’azienda e regalarci ancora nel prossimo futuro professionisti del calibro di Mollica.
Con la collaborazione di Benedetta Morbelli