Primi a esibirsi sono stati I Modà
“Se si potesse non morire” e “Come l’acqua dentro il mare” sono le canzoni che presentano.
I dischi, loro, non solo li fanno ma li vendono e bene. Peccato che la loro vena , nel tempo, si sia inaridita
virando verso uno stile un po’ banal/ retorico. Scontati ma di questi tempi è un bene!
Simone Cristicchi ha portato sul palcoscenico dell’Ariston come primo brano “Mi manchi. E’ canzone dall’ arrangiamento gentile e ruffiano, con una serie di similitudini che ben si prestano al facile canticchiare; peccato per le stonature. Bella per grandi e bambini. Il pubblico, però, finisce per preferire “La prima volta che sono morto” ben recitata, ironica e probabilmente più vicina allo stile del cantautore. Con i dovuti scongiuri!
Malika Ayane Con “Niente” vuole bissare il successo di “Come le foglie”. Il passo è lento e intimo e il testo di Sangiorgi si appoggia lieve sulle movenze raffinate di Malika ma ..Niente. Passa “ E se poi”, pur sempre dell’ infaticabile Giuliano con un ritornello più facile da afferrare. Negroamaro dipendente
Tocca agli Almamegretta portare la contaminazione musicale sul palco dell’ Ariston.” Mamma non lo sa” è un godevolissimo reggae che maschera un brano di rara drammaticità. Zampaglione scrive per loro “Onda che vai”, canzone che Raiz interpreta in modo struggente , ma non è l’anno dei Tiro Mancino. E l’ onda se ne va davvero.
Max Gazzè è attesissimo. “I tuoi maledettissimi impegni” non si allontana dallo stile di Gazzè , il quotidiano cantato, veloce e nello stesso tempo poetico. Recita: “Se tu lavori tutto il giorno…” Scaccia crisi.“Sotto casa” è invece un serratissimo beat balcanico su considerazioni di carattere religioso. Il pezzo infiamma la platea. E le giurie!
Annalisa Scarrone: “Scintille” è una canzone allegra e ottimista , popolare. Da musical. “Non so ballare” è confezionata in una veste più classica, da tradizione sanremese.” Ma riesco a sentire farfalle danzare in me” recita. Passa il primo pezzo . Non è più tempo di farfalline a Sanremo.
Elio e le Storie Tese: Le canzoni di ELST sono una festa per i sensi. L’ esperimento musicale è il loro pane quotidiano. Vestiti da chierichetti cantano “Dannati forever” e potremmo già accontentarci di questo motivetto che “tu, tu, tu, tutti insieme all’ inferno”. Ma il colpo d’ala arriva con “La canzone mononota”, tutt’ altro che canzone monotona. nonostante sia costruita solo sul Do. Degno seguito della Terra dei Cachi. Non a caso è questo secondo, singolare, brano, a continuare la gara.