Sulla pagina ufficiale Facebook di Real Time sono apparsi, durante la messa in onda del programma, centinaia di messaggi critici dall’identico contenuto:
“ Queste non sono le nostre tradizioni. Chiudete questo programma offensivo”. Il motivo è sempre lo stesso: non va proprio giù il messaggio distorto che traspare dal promo de Il Boss delle cerimonie, il far passare come tipico un fenomeno che, invece, appartiene ad una sola parte del popolo napoletano. La stessa Real Time deve essersene accorta e, pur lasciando invariato il testo nel promo, ha assunto un atteggiamento più cauto sul proprio sito. Infatti dopo le polemiche seguite alla prima puntata, alla scheda di presentazione del programma ora si legge:
“Il boss delle cerimonie è il docu-reality di Real Time sulle tradizioni e riti dei matrimoni organizzati da Antonio Polese e dalla sua famiglia in una location da favola.
La serie svela il dietro le quinte e la messa in scena delle celebrazioni nuziali che si svolgono sotto l’attenta gestione di Antonio Polese”.
Sembra un ripensamento da parte della rete che di certo non basta a chiudere le contestazioni: proprio oggi a TvTalk su RaiTre sarà ospitato per parlare del programma Federico Arienzo, vicepresidente della Municipalità 2 di Napoli e fondatore del gruppo Facebook “Chiediamo la chiusura del programma Il Boss delle cerimonie” che conta ormai quasi 7000 iscritti. Si legge sul suo profilo:
“Sabato sarò a TV TALK a Rai Tre, per raccontare che Napoli e i suoi abitanti sono altro, che non si può speculare sempre su questa città con stereotipi che non hanno a che fare con la stragrande maggioranza delle persone perbene. Non sono mai stato in uno studio televisivo, dovrò confrontarmi con persone esperte che conoscono molto meglio di me il mezzo televisivo. Non mi preoccupo, forte delle motivazioni che ho condiviso con tanti”.
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Tuttavia il programma riscontra decisamente il favore dei telespettatori, sia in termini di share che sui social (in particolare Twitter dove l’hashtag #ilbossdellecerimonie è ancora nelle tendenze).
Veniamo all’episodio degli sposi di ieri sera, Rita e Paolo direttamente dal Borgo Sant’Antonio, quartiere popolare di Napoli Centro. Ancora una volta rispettata fedelmente la struttura a fasi della puntata.
Tavola rotonda per la scelta del Menu. Dopo una breve presentazione dei novelli sposi, siamo subito proiettati all’incontro tra le famiglie degli sposi con Matteo, il genero di Don Antonio. Il Boss ancora una volta ribadisce che gli sposi provenienti da Napoli sono i più esigenti a livello di catering e fanno cerimonie che finiscono tardi. Ed infatti all’incontro scoppia subito un casus belli, ossia l’antipasto a base di frutti di mare crudi: la famiglia non transige ritenendolo elemento imprescindibile in un matrimonio; Matteo, riportando il pensiero di Don Antonio, vuole dissuaderli perché il pesce crudo è “sempre pericoloso”(si riferisce alla possibilità di intossicazioni alimentari). Alla fine la spunta la famiglia. Ma qui Real Time fa una piccola gaffe: continua a ripetere per tutta la puntata che i frutti di mare crudi sono alla base di tutti i matrimoni di “Napoli Centro”, generalizzazione inopportuna e peraltro non del tutto veritiera.
Arriva il momento della scelta della torta e la sposa opta per il colore ecru. Proprio questo colore creerà scompiglio tra i genitori degli sposi, in particolare i padri, in difficoltà nella pronuncia, ma soprattutto nel capire di quale tipo di colore di tratti.
Tutte in Atelier per la scelta dell’abito. La sposa porta con sé un vero e proprio esercito al femminile tra mamma, sorelle, cugine che subito prendono a spiegare minuziosamente come deve essere l’abito. Ma è la sposa a fare la sua richiesta: “Qualcosa che mi fa apparire eccentrica”. Al netto del congiuntivo mancato, nessuno, credo, avesse dubbi sul tipo di richiesta kitsch. Il primo abito è davvero osè, completamente aperto sui fianchi (non proprio magrissimi quelli della sposa). Sembra più adatto come abito di scena per una pornostar e infatti, nonostante l’ammirazione di alcune, una cugina fa giustamente notare che “sembra più un costume da bagno”. Il secondo abito ha un bustino talmente stretto che sembra farle una sorta di sedere nella parte alta della schiena. Il terzo, come da copione, è quello giusto. Comunque appariscente con uno spacco considerevole, ma leggermente meglio dei precedenti.
Vigilia del matrimonio o addio al nubilato? Al Castello don Antonio è intento nella dettatura del suo libro autobiografico e la nipote gli fa da stenotipista. A casa della sposa invece, la sera prima delle nozze, la cucina si trasforma in un piccolo gineceo : tutte le donne della famiglia, circa una decina di persone, sono intente a mangiare e brindare con Rita. Sembra una sorta di festa della donna o di addio al nubilato. Ma ecco che dalla strada si diffondono le dolci melodie neomelodiche di una serenata: lo sposo regala alla sua compagna l’ugola d’oro di Nello Amato. Tripudio di applausi e urla dai balconi e la sposa scende in strada, osannata dalla folla, a salutare il suo compagno.
La cerimonia. Mentre al Castello fervono i preparativi ecco che il maitre Ferdinando ci confessa di aver voluto aggiungere un vezzo di colore alla sala: un vaso di fiori di Curcuma, originari della Thailandia. In Chiesa tutto è andato per il meglio e gli sposi si trasferiscono in spiaggia per il servizio fotografico: pose naturalissime e spontanee e, come sottolinea la sposa, “a piedi scalzi”.
Una volta giunti al Castello è il momento del buffet (tanto odiato dal Boss che lo definisce “L’abbuffata”) e finalmente sposi e invitati possono rimpilzarsi di ostriche e tartufi rigorosamente crudi. Paolo, lo sposo, ne sottolinea l’abbondanza come piace a lui ( come se lo spreco del cibo, citato anche nelle puntate precedenti, sia qualcosa di cui vantarsi) e la sposa confessa di averne mangiati in grosse quantità.
Nel bel mezzo della cerimonia, dall’altra parte del Castello arrivano dei pacchi per Don Antonio: sono le copie stampate della sua fatica letteraria. Le guarda compiaciuto e afferma di regalarle innanzitutto alla sua famiglia.
Nella sala reale, infine, irrompe Rosario Miraggio (neomelodico divenuto popolare grazie ad alcune ospitate alla Buona Domenica di Paola Perego e ad una breve collaborazione con Gigi D’Alessio) e lo sposo realizza così il sogno nel cassetto della sua neo moglie.
Questo il resoconto della puntata. Ancora una volta una rappresentazione estremamente folkloristica e pacchiana di un matrimonio napoletano, esilarante per alcuni, offensivo per altri. Ma questo è il “bello” e forse il segreto del successo de Il Boss delle cerimonie.