Si chiama Sarò sempre tuo padre, la fiction sul problema dei mariti separati e sul difficile rapporto degli stessi con i propri figli che sono costretti a frequentare in tempi stabiliti. Andata in onda circa un anno e mezzo fa, adesso, con la riproposizione, Rai1 tenta disperatamente di cavalcare l’onda lunga del successo di Volare. Il fatto è stato talmente inaspettato e sorprendente, che lo stesso Beppe Fiorello ha espresso la propria delusione nei confronti di Rai1, tramite Twitter.
Ecco, a questo punto, il telespettatore ha una sola arma per difendersi: lo sciopero del telecomando. Significa che deve evitare assolutamente di sintonizzarsi sul prodotto in replica. Solo in questo modo si può dare una forte risposta ai tentativi di mettere in onda repliche anche durante il periodo di garanzia televisiva, ovvero quel perido durante il quale le aziende tv assicurano agli investitori pubblicitari ascolti alti da raggiungere attraverso prodotti di sicuro successo.
Fino a quando gli utenti non metteranno in atto lo sciopero del telecomando, i palinsesti continueranno ad essere riempiti di repliche, a dispetto di chi paga il canone. D’altra parte la Rai è davvero inqualificabile quando afferma, nello spot che induce a pagare il canone, che l’impegno verso i cittadini telespettatori si protrae per dodici mesi all’anno. Il che non è assolutamente vero, come dimostra la pioggia recente di repliche.
Le tre reti di viale Mazzini hanno iniziato già molto prima delle festività natalizie a far piovere sui telespettatori repliche su repliche. Poi Rai1 ha rimandato in onda tutta la vecchia serie di Don Matteo, riempiendo con questi episodi le serate del martedì e del giovedì. Ci ha riprovato, ancora, con Una ragazza americana zuccheroso film tv interpretato da Vanessa Hessler e prima ancora con Violetta, altra fiction andata in onda con Vittoria Puccini. Il responso dell’Auditel, per questa marea di dejà vu televisivo, è stato strabiliante: tutte le repliche, indistintamente, hanno conquistato più di quattro milioni e mezzo di telespettatori. Alcune, come Una ragazza americana, addirittura hanno sfondato il tetto dei cinque milioni di seguaci.
A questo punto Mamma Rai ha constatato, numeri alla mano, che tirando fuori prodotti di magazzino, riusciva a mettere insieme un pubblico molto più vasto di quanto avrebbe fatto una produzione nuova di zecca. Perchè rischiare, dunque? Il popolo televisivo, si sa, ha memoria corta, e si sofferma sempre su quelle fiction che hanno un messaggio positivo, il lieto fine assicurato e funzionano da antidepressivi in un mondo dove è difficile soltanto tentare di cercare un lavoro.
Per questi motivi, fino a quando continueremo a seguire con tanta passione le famigerate repliche, nessuno mai ce le toglierà dai palinsesti. Anzi rischiamo di vedercele, sempre più spesso, piazzate in serate cruciali, quasi come scacciapensieri, per liberarci da riflessioni molto più drammatiche e da eventi che devono passare inosservati