Daria Bignardi indaga, con una curiosità a volte un po’ invadente e maliziosa, su vari aspetti dei suoi ospiti, da quello professionale a quello personale. I suoi interlocutori, nella maggior parte dei casi, accettano sportivamente i colpi indiscreti della conduttrice. Eppure alla trasmissione manca un vero e proprio contraddittorio perché la conduttrice, per quanto incalzante nelle sue domande, riesce a mutare continuamente la forma della propria posizione rispetto ai temi trattati, senza sbilanciarsi mai.
Alle volte risulta provocatoria verso il proprio ospite e in modo pacato polemizza con quanto detto, ma un attimo dopo china il capo e tace di fronte a qualunque genere di affermazione. Lo fa di fronte a Scalfarotto restando muta mentre questi pronuncia affermazioni del tutto infondate e confutabili e sembra aver dimenticato un dettaglio importante: che per procreare figli servono gonadi diverse, ovaie e testicoli, e che con gonadi di un unico genere è impossibile generare bambini.
La maggior parte delle volte gli interventi della conduttrice interrompono le argomentazioni dell’ospite per seguire una scaletta fissa fatta di domande generiche che non consentono alcun approfondimento. Ogni intervista finisce così col lasciare lo spettatore quasi sospeso, incapace tanto di apprezzare a pieno quel che l’ospite racconta quanto di dissentirne. Si portano avanti discorsi poco convincenti, spesso inconcludenti, come nell’intervista ad Ambra. Spesso tutta l’efficacia comunicativa è data dal personaggio in questione, che nel caso di Massimo Cacciari riesce bene ad esprimersi e a dare calore e rilevanza alle proprie affermazioni nonostante la presenza della Bignardi. Purtroppo però anche l’intervista del professor Cacciari è resa claudicante dalla poco chiara presenza in collegamento esterno con l’attore filoberlusconiano Edoardo Sylos Labini.
Alla fine anche il filosofo si arrende allo svilimento completo inflitto dalla conduzione. Daria Bignardi con Pif invece cavalca l’onda di ciò che piace, ciò che fa tendenza, ma anche in questo caso non riesce ad aggiungere nulla, non dà spessore all’informazione, seppur di solo costume, che resta sterile, immobile, informe e per lo spettatore meno aggiornato persino poco comprensibile.
Le invasione barbariche è una trasmissione lenta che avrebbe bisogno di essere continuamente movimentata ed approfondita, ma per il momento riesce solo a sfiorare in superficie gli argomenti di cui tratta, lasciando l’informazione in un avvilente stato di mediocrità.
Gli stessi ingredienti già troppe volte battuti, sono apparsi nell’intervista a Marco Castoldi in arte Morgan. L’ex giudice di X Factor ha parlato molto di sè e sulla sua eventuale presenza nella nuova edizione del talent show ha espresso molte perplessità. In particolare si è detto preoccupato di poter essere sostituito da un artista uscito da un talent show. Secondo lui sarebbe un errore.