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Squid Game è un vero successo, anzi una mania. Facciamo il punto sulla serie tv coreana di successo che sta spopolando in questo momento in tutto il mondo, dividendo l’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Si può morire per giocare? Preoccupa l’effetto emulazione dei giochi cruenti da parte dei bambini.
Squid Game: cos’è e perché se ne parla tanto
Che sappiamo della serie tv coreana targata Netflix di cui tanto si parla in questi ultimi giorni? A primo acchito non è esattamente il titolo che un telespettatore sceglierebbe sulla piattaforma streaming. Infatti non è in italiano e annuncia sangue e violenza.
Squid Game è un gioco al massacro. Tuttavia in molti di noi si è innescato una resistenza a queste ritrosie pur di non essere impreparati sull’ argomento di conversazione del momento. Si rende quindi necessario capire meglio ciò che da semplice serie tv è diventato un fenomeno sociale.
Numeri impressionanti per Squid Game. Più di 111 milioni di telespettatori nel primo mese di programmazione (messa in onda a settembre, ndr) un primato che ha fatto diventare la serie il miglior risultato della storia di Netflix superando anche Bridgerton e La Casa di carta.
Squid Game: significato e trama
Squid Game significa gioco del calamaro e fa riferimento alla versione coreana di un gioco per bambini che viene ripreso anche in altri paesi del mondo. Anche in Italia il gioco ha nomi diversi a seconda delle Regioni. Lo troviamo infatti con il nome di : riga, mondo, campana, brucio, paradiso, ambo, staccia e ‘un, due, tre stella’. E questo avvicina molto di più il telespettatore alla serie, che diventa fruibile e comprensibile in tutto il mondo.
La trama
La narrazione parte dal racconto delle difficoltà di un uomo mantenuto dalla madre, con una figlia che lo disprezza e compatisce, e sommerso dai debiti. Gi-hun è il protagonista principale ed è affetto da ludopatia. Le sue giornate sono tutte uguali, impegnato in un’unica attività: il gioco.
Per le sue scommesse sottrae alla madre quel poco denaro che è rimasto. Pur di giocare si è indebitato sempre più, ma non è in grado di pagare i suoi debiti. Un giorno un boss minaccia di vendere i suoi organi per compensare il dovuto.
All’improvviso esce dall’ombra un uomo che gli propone un accordo apparentemente vantaggioso cioè partecipare ad una serie di giochi con montepremi in palio. Un’occasione unica che il protagonista coglie al volo. L’uomo è però ignaro del fatto che, dietro l’apparenza innocua di quella persona, si cela una sfida che potrebbe portarlo dritto alla morte.
Gihun non è l’unico partecipante a questo gioco. I concorrenti sono infatti tutte persone molto simili a lui: malate di gioco e subissate dai debiti tutti però ben presto capiscono che è meglio morire cercando di vincere premi piuttosto che rischiare la vita ogni giorno nel tentativo di fuggire dai propri debiti.
I numeri del successo di Squid Game
La serie tv coreana sta registrando giorno dopo giorno numeri da capogiro. Squid Game è il prodotto più visto su Netflix: ben il 66% di telespettatori della piattaforma streaming ha visto la serie. Ma non è tutto. Il colosso dello streaming ha aumentato di ben 4,4 milioni i suoi abbonamenti proprio nell’ultimo periodo.
Ha portato Netflix a registrare un utile di 1,44 miliardi di dollari con un controvalore azionario di 3,19 dollari. Il successo della serie tv va però oltre questi numeri. In aggiunta infatti non si possono ignorare la crescita del 145% delle vendite delle slip on bianche di Vans, presenti in Squid Games, che ormai sono state battezzate da tutti come le ‘Squid shoes’.
La violenza di Squid Game emulata dai bambini e adolescenti
A fronte di questi numeri e del fattore geopolitico rappresentato da Squid Game nella narrazione del mondo di oggi e dell’influenza del ‘Soft Power’ che ne deriva, il dibattito nazionale e internazionale si è concentrato negli ultimi giorni sulla violenza presente nella serie.
C’è grande preoccupazione infatti riguardo alla crescente diffusione dei giochi della serie tra i bambini e gli adolescenti. Tanto che in molti auspicano un intervento da parte del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Intervento che però non sarebbe isolato.
Le generazioni più giovani infatti potrebbero non capire il contesto dello spettacolo, determinando quindi un effetto perverso. Che potrebbe andare a minare le fondamenta che invece sono loro insegnate a scuola cioè quelle della solidarietà reciproca, dell’altruismo e dello spirito di gruppo.
Squid Game successo: i pro e i contro
In Squid Game elemento caratterizzante il successo è sicuramente la violenza, che se da un lato affascina dall’altro inorridisce. I giochi a cui partecipano i protagonisti sono decisamente cruenti e brutali. Ma alla fine il vincitore non può dirsi del tutto vittorioso.
Egli, infatti, è più ricco, ma decide di non utilizzare la sua vincita, segnato dalla esperienza vissuta. Non è certo la prima serie a utilizzare la violenza nella sua sceneggiatura. Secondo alcuni Squid Game riesce a essere brillante nella sua semplicità: lezioni facili da capire, eventi prevedibili ma anche divertenti da guardare. Dunque non riconducibile solo a una questione di violenza.
Insomma molti degli elementi presenti in Squad Game sono già presenti in altre serie: il sangue, le maschere, le tute colorate, lo sfruttamento emotivo, le uccisioni e tanto altro. La violenza appare quindi come una logica ed unica scelta praticabile.
L’allegoria con la società coreana e la rappresentazione del cinismo occidentale
La serie tv è un’allegoria estrema della società coreana che a tutt’oggi fa ancora i conti con il passato mentre lotta ogni giorno contro i meccanismi più perversi di una crescente crescita economica. A rappresentare un Occidente sempre più asettico e privo di qualsiasi etica e morale sono gli unici personaggi VIP presenti nella serie. Loro non parlano coreano ma inglese e hanno delle fattezze occidentali.
Perso ogni briciolo di empatia, vedono gli altri esseri umani come delle pedine di gioco. La forza di Squid Game potrebbe forse essere quella di aver segnato ancora una volta la dicotomia e la distanza siderale tra Oriente e Occidente, mettendo le nostre, la nostra società, davanti uno specchio. Ed è forse l’aspetto più duro da accettare della serie.
Perché Squid Game ha così successo
Iniziamo col dire che ogni puntata è ben scritta e ben recitata, ricca di elementi di suspense che invogliano lo spettatore a proseguire nella visione e svelare quindi tutti i misteri. L’immagine che abbiamo di Squid Game è quella, al netto della violenza, della rappresentazione di uno spaccato della società moderna: si parla infatti di cinismo, disperazione, di orrore, ma anche passione, gentilezza e di coraggio.
Ancora una volta i sentimenti umani vengono portati all’estremo, si mescolano generi di thriller ed horror. Al suo successo planetario ha contribuito anche il tempismo con cui è uscito. Cavalcando l’onda della popolarità di K-pop e ‘Parasite’, Squid Game si è inserito perfettamente nella scia del successo dei prodotti cinematografici e musicali che sta esportando in questi ultimi anni la società coreana.
I fari del mondo sembrano puntati nuovamente sulla Corea del Sud, sul fermento culturale ed artistico che si vive, ma anche sulle dinamiche internazionali in Oriente. Un altro elemento di forza di Squid game è dato probabilmente anche dalla decisione del colosso streaming Netflix di investire sempre di più nelle serie originali straniere, in particolar modo quelle non anglo-americane.
La fuga dall’oggi, il riscatto, il nuovo senso di comunità
Il pubblico cerca degli elementi di novità e dei prodotti innovativi e in questo momento i prodotti cinematografici dall’Oriente rispondono sempre di più a questa richiesta. In Squid Game si presenta anche una situazione immaginaria che fa intravedere una possibilità di fuga rispetto alla desertificazione dell’oggi.
La crudeltà suscita nello spettatore un’identificazione con chi la subisce, ma anche con chi probabilmente tenterà di opporsi, ribellandosi. Ed è proprio l’elemento della ribellione la chiave di lettura e di volta della serie Squid Game, dove non si vive di solo pane, ma i desideri si intrecciano alla realtà.
La rappresentazione di un’idea di società, dove la solidità e la solidarietà non sono poi così importanti, sottolinea piuttosto l’importanza di una costruzione di un immaginario, tra denuncia e riscatto, nella continua ricerca di un nuovo senso di comunità.