Accade così da sempre, secondo una tradizione consolidata che si perpetua a dispetto dell’avvicendarsi dei vari Consigli di Amministrazione. Uno stile che si è allargato anche alla tv commerciale, con il risultato che già a metà maggio i palinsesti si spengono e inizia la lunga stagione delle repliche. Repliche che, quest’anno, si sono succedute a ritmi troppo incalzanti.
Non solo. Si sta facendo strada un altro trend: tutte quelle fiction che durante la stagione autunnale e invernale non hanno raccolto il gradimento di pubblico sperato, vengono riproposte in replica, nei mesi estivi. Avviene lo stesso per le serie a lunga durata che, sempre per bassa audience, sono state interrotte. Sulle emittenti Mediaset accade anche che un prodotto, penalizzato dall’Auditel su Canale 5 venga, successivamente riproposto su Retequattro.
Eppure l’estate dovrebbe essere la stagione adatta per la sperimentazione di nuovi format. Se accolti positivamente, potrebbero essere utilizzati durante il cosiddetto periodo di garanzia, ovvero quel periodo in cui gli inserzionisti pubblicitari pagano maggiormente gli spot, in quanto viene loro assicurata un’alta audience dei programmi nei quali propongono i loro prodotti.
Già a maggio, si ritiene che la platea televisiva cali in maniera sensibile. Si concludono i principali show di prima serata, le grandi produzioni non hanno più ragione di essere presenti in video. Accanto alle repliche ecco una serie di eventi musicali, serate uniche e appuntamenti dedicati agli innumerevoli premi letterari che affollano le località turistiche del nostro paese. Per l’occasione, si tirano fuori dalla naftalina personaggi semi dimenticati come ad esempio Alessandro Greco che quest’anno ha condotto il Festival di Castrocaro e starlette di secondo piano alle quali viene data una parvenza di visibilità.
Per quanto riguarda la Rai, la lunga querelle del canone che il teleutente paga per tutto l’anno si rinnova ad intervalli regolari per poi essere accantonata appena agosto ha chiuso i battenti. E’ sempre la medesima logica commerciale a prevalere: gli inserzionisti investono poco nella stagione del solleone. Invece si ignora la quantità di televisori presenti nelle seconde case di vacanza e la fruizione della tv tramite web. Vengono disattesi i diritti delle persone che chiedono al piccolo schermo una programmazione completa anche in estate.
Sparita Antonella Clerici con la sua quotidiana Prova del cuoco, abbandonati i fornelli anche da parte di Benedetta Parodi, la casalinga deve consolarsi con i mini servizi culinari proposti dai vari Tg nazionali e non. Eppure l’estate è la stagione delle cene conviviali all’aperto, quella durante la quale maggiormente si indulge ai peccati di gola.
Bisognerebbe rivedere tutta la politica dei palinsesti televisivi, tenendo conto almeno un po’ delle esigenze del telespettatore. Si dovrebbero rispettare le categorie di utenti più deboli che affidano al piccolo schermo l’unica possibilità di distrarsi e informarsi.