Le prime immagini hanno mostrato il fondatore del Movimento 5 Stelle, che girava nello studio osservando le gigantografie del suo volto. “Mettetene una normale” ha esordito, criticando la scelta dello scatto che lo immortalava sullo schermo. Ad un’attenta analisi, non è sfuggita una certa emozione visibile sia nello sguardo che nell’atteggiamento. Lui stesso ha infatti dichiarato che dopo venti anni rientrava in uno studio televisivo.
Grillo ha subito fatto notare che era a conoscenza dei meccanismi dello spettacolo. Lo ha evidenziato quando si è rivolto al pubblico presente svelando che si tratta di figuranti regolarmente retribuiti. Quando Vespa lo invita a sedersi sulla poltroncina bianca, inizia una sorta di intervista.
La prima e immediata impressione è che l’ex comico abbia sapientemente preparato la sua venuta a Porta a porta. E’ come se avesse studiato l’immagine da proporre al grande pubblico televisivo: innanzitutto ha indossato un abbigliamento alquanto sobrio, appariva come messo a nuovo e intenzionato a mostrare un’immagine rassicurante. Un’immagine da solotto buono. Infatti ha più volte ripetuto di non riconoscersi nelle critiche che gli vengono rivolte da più parti politiche.
L’uomo di spettacolo è venuto fuori fin da subito, l’esperienza accumulata sul palcoscenico per tanti anni è stata messa a frutto anche nei rapporti con il suo interlocutore. Due uomini di spettacolo, l’un contro l’altro armati, hanno dato vita alla rappresentazione più attesa.
Sinceramente tutto ci è apparso abbastanza soft, inquadrato nel cosiddetto “sistema televisivo”. Da sottolineare lo studio di Porta a porta, spartano al massimo: c’erano soltanto le due poltrone sulle quali si sono accomodati Vespa e Grillo e il grande led con il viso “arrabbiato” del leader M5S.
E’ stato, insomma, uno spettacolo politico con due protagonisti di primo piano. Vespa appariva compiaciuto come il primo della classe, essendo riuscito laddove tutti gli altri avevano fallito: portare Grillo nel chiuso di uno studio televisivo. Il conduttore ha più volte ostentato la propria soddisfazione con sorrisetti molto eloquenti, che era impossibile non notare. Vespa, all’inzio ha cercato di porre domande abbastanza semplici, di quelle che farebbe la gente comune, poi verso la fine, ha lasciato più spazio al suo interlocutore. Sembrava quasi un ringraziamento per il “privilegio” che gli era stato accordato.