Un reality che non è stato in grado di rinnovarsi e ricominciare da capo pur mantenendo la struttura originaria. Si è attorcigliato su se stesso, rincorrendo i medesimi argomenti, le stesse facce a cominciare da quella della conduttrice che andava messa da parte per fare spazio ad un nuovo personaggio meno compromesso con i giochini degli autori affamati d’audience.
Il reality, alla ripresa, dopo un anno di fermo per mancanza di ascolti, non è riuscito a riconquistare il pubblico: non bastano i risultati conseguiti per gridare al miracolo. Stagnante nelle medesime tecniche, ha usato e abusato di sorprese, sentimentalismi familiari, rincorsa alla facile e coinvolgente commozione. Ha preteso di toccare tematiche importanti come il razzismo solo perchè ha ospitato un senegalese nella casa. Ha fatto di tutto per “accoppiare” il più possibile gli abitanti e cavalcato un erotismo e una sensualità spesso volgari, insieme alle classiche gelosie, liti, ipocrisie, e alle tattiche dei concorrenti per salvarsi dalle nomination e arrivare alla finale.
E quando un ballume di ruspante spontaneità ha fatto capolino nella casa materializzandosi in Mirco, il ragazzo è stato utilizzato a piacimento dalla squadra di autori e dalla conduttrice che ne hanno sfruttato la semplicità oltre misura. La sua vittoria appare, in quest’ottica, una sorta di risarcimento.
Tutto il reality è stato incentrato sulle bugie, le ipocrisie, fatte passare per sorprese e colpi di scena: i concorrenti sono stati imbrogliati in maniera insostenibile per un programma da tv generalsita. La stessa Alessia Marcuzzi, spesso, non ha potuto fare a meno di confessare il suo imbarazzo per essere coinvolta in simili espedienti.
Si è fatto credere ai quattro concorrenti arrivati in finale che il televoto che li riguardava avrebbe decretato la loro eliminazione e non la scelta dei finalisti. Si son tenuti in casa altri due reclusi convinti di essere già in finale, mentre su di loro esisteva un televoto per eliminarne uno.
Canale 5 si è prestata a promuovere valori negativi pur di portare avanti un reality privo della pur minima idea costruttiva.
Non sono mancate le volgarità, sapientemente occultate nel day time e non messe in evidenza nei montaggi settimanali. Si sono utilizzati personaggi noti come Christian De Sica per far recitare ai ragazzi nella casa una scena di orgasmo, si è fatto ricorso a Gerry Scotti per legittimare in maniera familiare il gran finale con l’elezione del vincitore.
Un discorso a parte meritano gli opinionisti: a due puntate dall’inizio si è rimediato all’inesperienza di Manuela Arcuri e Cesare Cunaccia, sostituendoli con Vladimir Luxuria che aveva alle spalle il ruolo di inviata a L’isola dei famosi. Luxuria non ha fatto la differenza: il reality non ha avuto l’impennata di ascolti preventivata. A dispiacere e meravigliare sono state soprattutto le osservazioni troppo spesso piene di doppi sensi espliciti non compatibili con l’intelligenza e il livello culturale dell’ex deputata di Rifondazione comunista. La presenza al GF di Luxuria è da dimenticare. Vogliamo ricordarci di lei come la sagace, schietta, curiosa intelligente rappresentante di un mondo televisivo mai banale.