Gli interpreti più richiesti dai produttori e dai vertici delle tv generaliste sono senza dubbio Luca Zingaretti, Raoul Bova, Beppe Fiorello. Per interpretare una puntata de Il Commissario Montalbano, Zingaretti chiede e ottiene un cachet di circa 400 mila euro. Raoul Bova porta a casa per un tv movie circa 300 mila euro, 500 mila per una miniserie in due puntate. Sempre per una fiction da due episodi Beppe Fiorello ha un compenso che va dai 400 ai 600 mila euro. Cifre alte se si considera che l’impegno effettivo di lavoro non supera quasi mai le otto- dieci settimane di lavorazione.
Perchè cachet così elevati? Per quale motivo le produzioni e i vertici delle tv generaliste ricercano interpreti tanto costosi? La spiegazione è nella necessità di assicurare grandi ascolti. Ed i personaggi che possono prometterli naturalmente ne approfittano, facendo lievitare i propri compensi. Basta un solo esempio: Il Commissario Montalbano a cui dà il volto Luca Zingaretti. L’attore, già dopo la seconda serie, aveva deciso di abbandonare la figura creata dallo scrittore Andrea Camilleri. Ci sono volute tutte le insistenze dei vertici di Raifiction, concretizzatesi in un incremento dei compensi, per convincerlo a restare sul set. Zingaretti, prima di arrivare sul piccolo schermo, era un ottimo interprete di teatro, ma non era conosciuto dal grande pubblico. La serie lo ha miracolato sulla strada di Vigata, il paese immaginario dove opera il commissario Salvo Montalbano.
Interpreti come quelli citati sono molto amati dal vasto pubblico televisivo, assicurano ascolti e sono ben consapevoli del loro potere contrattuale. In questo modo, però, il mercato televisivo risulta drogato dallo strapotere di pochi a danno di altri attori, pur bravi che spesso devono accontentarsi di ruoli minori.
C’è stata una stagione di sperimentazioni e di scoperta di nuovi volti per la recitazione televisiva. Quando, ad esempio, andò in onda, per la prima volta il serial Un medico in famiglia, attori come Claudia Pandolfi erano quasi del tutto sconosciuti al grande pubblico. Quella fiction li ha consacrati alla notorietà e la stessa serie è divenuta un prodotto amato dai fan. Al punto che molti degli interpreti principali che avevano abbandonato la storia dopo le prime due serie, nel corso degli anni e delle edizioni, sono tornati sul set. Persino Lino Banfi, l’amatissimo nonno Libero, prima di calarsi nel personaggio, aveva attraversato un periodo professionale non molto felice. Un medico in famiglia gli ha consentito di riscoprire una nuova e definitiva dignità professionale. Ma ad un certo punto Banfi ha voluto prendere strade diverse, emigrando anche a Canale 5. I risultati non lo hanno gratificato. E adesso nonno Libero torna come protagonista della storia, dopo aver valutato bene l’importanza del prodotto che si è fortemente radicato nel cuore del pubblico.
Da tali considerazioni, si evince la necessità di riproporre una nuova stagione di sperimentazione. Ma i vertici delle aziende televisive dovrebbero avere più coraggio. Si potrebbe dare una possibilità concreta ai tanti giovani che hanno intrapreso le scuole di recitazione e si riuscirebbe a limitare lo strapotere economico dei soliti noti.