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La strage degli innocenti viene documentata in tv e raccontata con quella irritante retorica dei sentimenti propria dei commentatori televisivi di tutti i notiziari, dal Tg1 a quelli delle tv locali. Era accaduto con l’uccisione dei bambini siriani, è accaduto con i loro coetanei nella striscia di Gaza.
Tutto questo calvario e un tale atroce accanimento di morte sui bamibini arriva nelle case dei telespettatori in tutte le ore del giorno, soprattutto in quelle canoniche in cui, si ritiene che la famiglia sia riunita. E viene assorbito dal pubblico infantile e adolescente più fragile e siicuramente non in grado di comprendere quanto vede sullo schermo della tv.
Che accade nella mente e nell’animo dei piccoli telespettatori dinanzi alla barbara uccisione dei loro coetanei? Quale impatto ha la visione di quei piccoli corpi martoriati, colpiti a tradimento da bombe che ne hanno dilaniato le carni?
Sicuramente è un fatto traumatizzante che va spiegato nella maniera più giusta e corretta. In quest’ottica acquista particolare rilevanza il ruolo dei genitori soprattutto se si tratta di bambini in età prescolare. Questo è il periodo in cui gli stimoli esterni contribuiscono a creare i presupposti che, in futuro, ne definiranno la personalità e il carattere. Attenzione, dunque a non lasciare i bambini soli dinanzi al piccolo schermo. La tv non deve essere la baby sitter a cui genitori irresponsabili affidano i loro figli. In quasi tutti i casi è estremamente indispensabile la presenza attiva di adulti, in particolare dei genitori.
{module Google richiamo interno} Bisogna trovare l’approccio giusto per affrontare il discorso della guerra e delle conseguenti stragi umane e ciò, indubbiamente, non è facile. E’ necessario inculcare nei piccoli telespettatori la condanna della violenza e della prepotenza nei confronti dei propri simili. Bisogna far capire che quei bambini, massacrati persino nelle scuole e sulla spiaggia, non sono entità lontane e irreali, ma coetanei più sfortunati che hanno bisogno della solidarietà. I piccoli spettatori inermi devono avere chiaro il concetto di fratellanza tra i popoli anche di etnie diverse.
Il ruolo dei genitori- educatori deve spingersi a raccontare, senza fronzoli e orpelli, la realtà che ha scatenato i conflitti mostrati in tv. Dalla Siria a Gaza la storia deve essere raccontata con semplicità ma con informazioni corrette e non destabilizzanti. Si devono utilizzare esempi concreti e accessibili alla psiche infantile per far capire quanto sia indispensabile la pace e quanto la guerra e ogni tipo di violenza siano da condannare.
Il risichio, per la fascia prescolare è l’identificazione della violenza reale vista in tv con quella inserita nei giochi e nei video- game con cui si intrattengono. E’ necessario far comprendere ai piccoli la differenza tra la finzione del game e la realtà.
Un compito arduo, ma bisogna provarci: quei piccoli e iinermi spettatori sono gli uomini di domani.