È stata una contraddizione in bianco e nero (non come la citata tv di Gianni Morandi da parte della Cucciari) continua, sopra e sotto il palco. Nel pomeriggio in piazza si vedevano carrozzine e bambine che si tappavano le orecchie camminando tra le lattine di una nota marca di bibite che faceva promozione del brand offrendo gratis da bere, ignara della montagna di rifiuti creata (una task force di 130 operatori Ama raccoglierà l’indomani 40 tonnellate di spazzatura, per lo più cartacce e bottiglie). Nell’aria l’odore acre di fumo è intenso (il giorno dopo si apprende che 52 sono state le persone arrestate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con il sequestro di circa 2 kg di droga, suddivisa in dosi del tipo hashish, marjiuana, cocaina, eroina, chetamina e anfetamina), cessa solo quando passa il carretto di bombe fritte alla crema.
Gli irriducibili sono sotto il palco, ma già a pochi metri c’è un via vai continuo di persone, tra queste anche chi si dirige verso le forze dell’ordine portando sotto braccio un ragazzo che ha tentato un furto. La musica anche lontano dal palco si ascolta nitida, un suono pulito e coinvolgente. Ma è difficile lasciarsi andare, c’è troppa gente, ti controlli le spalle. C’è un gruppo che alza slogan contro Berlusconi e Geppi Cucciari dal palco non li ferma subito. Chiede prima cosa stiano dicendo, poi afferma “adesso ho capito” ed infine aggiunge: “adesso vi hanno capito anche da casa”. Un modo che ha il pregio di domare la piazza, ma il difetto che quello slogan si ascolta più volte. Ma quella stessa piazza applaude commossa Marina Giangrande, la figlia di Giuseppe, il carabiniere ferito gravemente domenica scorsa davanti a Palazzo Chigi. Ed è la stessa piazza che sotto la pioggia chiude gli ombrelli per alzare le braccia e roteare le mani nel linguaggio dei segni, invitati da Daniele Silvestri che promuove la petizione di Radio Kaos ItaLis, “Io segno la Lis”, per “il riconoscimento ufficiale della Lis come avviene in 44 Paesi del mondo (tra i quali Iran, Usa, Cina, Spagna e Francia)”.
Quello di Silvestri è stato uno dei momenti più belli del Concertone: l’artista ha ricordato la piazza di Taranto ed ha cantato “A bocca chiusa”, tradotta per i non udenti da Renato Vicini. Non c’erano ospiti stranieri, ma la musica italiana ascoltata merita non uno, ma mille elogi. Belle sia le note ascoltate nel pomeriggio, tra queste quelle di Enzo Avitabile, sia quelle di prima serata con un passaggio di testimone d’eccellenza tra Max Gazzè, Elio e le Storie Tese, Vinicio Capossela con la Banda della posta (specializzata in canti matrimoniali), Nicola Piovani, Tosca, Giovanni Sollima, Niccolò Fabi, Federico Zampaglione e la straordinaria orchestra rock, diretta dal compositore e produttore musicale Vittorio Cosma (riuniti in un ensemble unico senza precedenti, alcuni tra i migliori rappresentanti del panorama musicale italiano, da Boosta dei Subsonica a Fabrizio Bosso e James Senese, solo per citarne alcuni).
Poi c’era anche Cristiano De Andrè, ma a casa la sua esibizione non è arrivata: la diretta Rai si è interrotta prima. Una diretta che non ha avuto un’audience da capogiro. In particolare, in onda su Rai3, ha registrato: un milione 129 mila telespettatori e il 9,63 per cento di share nell’anteprima, dalle 15 alle 16.18; un milione 243 mila telespettatori e l’11,34 per cento di share nella prima parte, dalle 16.18 alle 18.54; un milione 810 mila telespettatori e il 7,46 per cento di share nella seconda, dalle 20 alle 21.17; un milione 829 mila telespettatori, con l’8,08 per cento di share nella terza, dalle 21.20 alle 23.57. Non sono stati i lunghi cambi di palco riempiti dai “momenti inutili” (così battezzati da Geppi Cucciari i riempitivi che ha inscenato con Marco Ardemagni e Filippo Solibello) a tenere basso l’audience. E non è stata neanche la premiazione del 1MFestival, il web contest per le band emergenti, a far crollare lo share, come ha sospettato in diretta Geppi Cucciari. Anzi le nuove proposte ascoltate nell’anteprima del Concertone alle 15 avevano pari dignità di quella in prima serata di Giulia Tagliavia, vincitrice del contest di composizione “in clausura” promossa dal Teatro Valle Occupato, in omaggio a Gioacchino Rossini (che veniva rinchiuso proprio nella struttura del Rione sant’Eustachio di Roma, per trovare la giusta concentrazione ed ispirazione, distratto com’era dalle donne).
Soprattutto il Concertone non è “datato” come ha dichiarato la leader Cgil Susanna Camusso. La festa del Primo Maggio in Piazza San Giovanni vive solo le mille contraddizioni della nostra società. Non è stato fermato il leader dei Management Dolore Post Operatorio che prima di esibirsi nel pezzo “Porno bisogno” ha alzato un condom al cielo come se fosse un’ostia, ma è stato escluso il rapper senigalliese Fabri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci, dopo le proteste sollevate dall’associazione “Donne in rete contro la violenza”, che ha messo sotto accusa i testi delle sue canzoni (Geppi Cucciari ha ricordato “Fabrizio” in apertura di prima serata, mentre Mtv gli ha dedicato una maratona musicale).
Il Concertone è e resta il Concertone. “Ed ogni anno si rivela una grande emozione ed una grande soddisfazione. Una partecipazione che va oltre la piazza e oltre la televisione: siamo stati a lungo top trender su twitter, artisti, tra cui Jovanotti, hanno scritto attestati di stima per la nostra proposta”: questo è il bilancio dell’organizzatore Marco Godano che guarda già al prossimo live, auspicando serenità economica. “Ci auguriamo – dichiara – che, raccogliendo l’invito al rinnovamento, finalmente possa nascere la tanto auspicata Fondazione creata da Cgil, Cisl e Uil che possa diventare il gestore del concerto. Mi auguro anche che si possa per davvero arrivare ad una convenzione triennale con la Rai. Tali elementi potrebbero dare quella serenità economica di cui ha tanto bisogno il Concertone che certamente non può andare avanti sulle risorse sempre più povere dei privati che pure lo sostengono”.