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Sembra essere questo l’intento di “Le straordinarie avventure di Jules Verne”, presente nel palinsesto di Rai Gulp.
Il protagonista è un Verne adolescente, coinvolto in mille peripezie che diventano puntualmente racconti, scritti alla fine di ogni puntata e coincidenti a grandi linee con i romanzi scritti dall’autore francese. Il linguaggio chiaro ed una costruzione delle vicende ben strutturata, con frequenti momenti di suspense che tengono sempre desta l’attenzione dello spettatore (anche di quello più maturo), rendono il cartone facilmente comprensibile per i più piccoli.
Il giovane Jules incarna il modello ideale di supereroe, scaltro, sincero e sempre disposto a rischiare la sua vita pur di salvare i suoi compagni di viaggio dai nemici di turno, sui quali ha la meglio non esercitando azioni violente. Quest’ultimo elemento contribuisce a rendere “Le straordinarie avventure di Jules Verne” un prodotto diverso dai tanti cartoon a tema avventuroso attualmente in onda, nei quali la vittoria sul nemico è spesso legata al ricorso alla violenza e dove, a differenza del cartone prodotto dalla Lux Vide, lo scopo divulgativo è difficilmente riscontrabile.
La figura del supereroe è presente anche in un altro cartone, in onda su Frisbee. Parliamo di “SheZow”, un prodotto recente importato dall’Australia.
In questo caso, però, il supereroe è un personaggio che assume connotati di ambiguità piuttosto rilevanti. Il protagonista del cartoon è Guy, un bambino che, dopo aver indossato un anello magico appartenuto ad una zia, acquisisce la facoltà di trasformarsi in una supereroina, capace di sconfiggere qualsiasi avversario le si trovi davanti. Il ragazzino, cambiando sesso a causa della trasformazione, muta anche la voce, a conclusione di una completa metamorfosi di genere.
Si tratta senz’altro di una soluzione originale che, per questo motivo, rende “SheZow” un unicum nel suo settore. Tuttavia, la scelta operata dagli autori deve far riflettere, soprattutto sulle conseguenze che il cartoon può avere sui suoi principali destinatari, i bambini. La commistione di generi creata a causa della trama, con un personaggio maschile che si trova costretto a diventare femmina per migliorare il suo status e sconfiggere i propri nemici, può confondere le idee al pubblico dei minori, che su determinati argomenti non può, vista l’età, avere adeguate capacità di riflessione e discernimento.
Il tema dell’identità sessuale è un argomento molto delicato, soprattutto in una fase complessa come quella pre-adolescenziale e come tale va trattato con la dovuta accortezza: questo, invece, non accade in “SheZow”, in cui le distinzioni tra sesso maschile e sesso femminile vengono pericolosamente messe in discussione senza troppe esitazioni.
Qui l’analisi dei programmi della scorsa settimana.
Condivido l’analisi e le conclusioni. Mi chiedo: quale Ռ lo scopo di questo cartone? Per quale motivo gli autori hanno inventato un personaggio del genere? Per quale motivo la rete Frisbee lo ha messo nel palinsesto? Si vuole favorire una scelta transgender fin da bambini? Se cos?? fosse … chi ha deciso che questa Ռ una scelta da promuovere? Ho cancellato Il canale Frisbee da quelli memorizzati nel mio televisore: una rete per bambini deve rispettarli, non manipolarli.