Claudio Baglioni – Direttore Artistico, oltre che conduttore di Sanremo 2018 – alterna la gestione del Festival alla realizzazione di un tour celebrativo per i suoi 50 anni di carriera. Si chiamerà “Al centro – Arene Tour” e inizierà il 16 ottobre dal Mandela Forum di Firenze. Si tratta di una produzione di grosse dimensioni che lo porterà in giro per i palazzetti di tutta Italia e si avvarrà dell’onda lunga della manifestazione canora, foriera, al di là degli ascolti, di nuova popolarità per l’artista.
L’altra notizia è nota da tempo: Michelle Hunziker continuerà a condurre Striscia la Notizia fino a sabato 3 febbraio. Non si conoscono i dettagli su come sia organizzato il suo lavoro per il Festival. Per ora l’abbiamo vista solo cimentarsi negli spot sanremesi voluti da Claudio Baglioni.
Va sottolineato, comunque, come Mediaset sia riuscita a tenere stretta la Hunziker fino all’ultimo minuto utile.
Pierfrancesco Favino, dal canto suo, è impegnato nello spettacolo “La notte poco prima delle foreste”, al Teatro Ambra Jovinelli fino al 28 gennaio. Anche per lui, quindi, l’impegno con la kermesse inizierà poco prima di esordire in diretta il 6 febbraio.
Come siano stati organizzati i preparativi del Festival, fra tanti impegni collaterali, è top secret.
Ma quanto è accaduto quest’anno induce ad una riflessione: è in atto una mutazione che riguarda l’evento. Il Festival non è più decisivo per le carriere dei protagonisti. La conduzione sul palco dell’Ariston rimane un obiettivo prestigioso, ma pur sempre “di passaggio”. I Direttori Artistici e i conduttori che si avvicendano lo fanno sempre più spesso per avere la visibilità necessaria a portare avanti altri progetti successivi allo spettacolo sanremese. La partecipazione ad un’edizione, di successo o meno, può fare la differenza nello slancio che dà nell’immediato. Difficile, però, che da quella partecipazione dipenda molto di più.
Nulla di sorprendente, verrebbe da dire. Nulla di deprecabile, oltretutto.
Eppure, siamo di fronte ad un cambiamento che (forse) spiega perché Mediaset è riuscita a trattenere la Hunziker fino a 3 giorni prima del festival. O perché Favino porti avanti il suo spettacolo fino a fine gennaio. La carriera di un artista è fatta di tanti ingredienti e di progetti simultanei. Tutto scorre alla velocità della luce, anche Sanremo.
In tutto ciò la Rai, che sceglie la Hunziker, è costretta ad “aspettarla”, facendosi dettare i tempi di lavoro dalla concorrenza. Per Baglioni e Favino il discorso è in parte diverso – visto che non sono legati ad un diretto competitor – ma ugualmente valido. La certezza è che il Festival di Sanremo non è più lo spettacolo per cui tutto si ferma.