C’è chi ha confessato di “vedere” il proprio padre dall’istante dopo la morte, chi avverte presenze strane in casa, chi sente passi tra le mura domestiche e chi è certo di vivere con il fantasma di un bambino in casa. Il tutto con dovizia di particolari, con un insinuante voyeurismo che, nelle intenzioni, deve stimolare la curiosità del pubblico e bloccare il telecomando su Canale 5.
La vita oltre la vita, l’aldilà, la possibilità di comunicare con le persone care defunte, sono argomenti che toccano nelle fibre più profonde, l’animo e la mente di ognuno di noi. Ma vanno affrontati in un contesto “protetto”, fuori dalla sguaiata e ipocrita spettacolarità finalizzata a impressionare il pubblico e portare ascolti alla rete interessata. Insomma tutto si fa per garantire numeri alti agli inserzionisti pubblicitari e per contrastare la concorrenza.. Domenica in, presente a quell’ora su Rai1, si occupa, in questo periodo, del festival di Sanremo che potrebbe “infastidire” il buon esito del contenitore di Canale 5.
Ma, i risultati della scorsa settimana hanno dimostrato che così non è stato. Perchè dunque, colpire in maniera così indecorosa la fragilità di fasce di telespettatori che non hanno la forza e la maturità sufficienti per elaborare tali notizie? Perchè sfruttare la credulità popolare? Le conseguenze potrebbero essere terribili. E non è vero che i cartoni animati per bambini, propongono tematiche altrettanto discutibili, come ha detto Barbara D’Urso quasi per giustificare il suo operato oggi. Quasi che la conduttrice, ad un certo momento, avesse avuto sentore di quanto stava accadendo per sua scelta nel programma.
Dispiace, inoltre, constatare che sono proprio i Vip a prestarsi a simili speculazioni televisive. Per il pubblico meno corazzato psicologicamente a comprendere tali argomenti trattati in maniera superficiale e proditoria, spesso i personaggi famosi rappresentano modelli in cui identificarsi e in cui credere. Il danno si amplifica ancora di più.
Dunque, rispetto per i telespettatori, innanzitutto. Quel rispetto che, purtroppo, troppo spesso, è stato immolato sull’altare degli ascolti, deve tornare al centro della programmazione televisiva. Questo significa tenere in considerazione le cosiddette fasce protette che prevedono la presenza di minori dinanzi al piccolo schermo. E lasciare a filosofi, religiosi e scienziati, occuparsi di tematiche così delicate nei giusti contesti.