Innanzitutto Reazione a catena è un gioco basato sulla lingua italiana, che impegna la mente nel cercare le eventuali relazioni tra le parole proprio un una sorta di catena, come spiega il titolo. Insomma più che ridurlo al ruolo banale e semplicistico di un giornaletto di parole crociate con cui si trascorre il tempo sotto l’ombrellone,bisognerebbe valorizzare maggiormente questo gioco. E il modo migliore sarebbe assegnargli la collocazione nei palinsesti autunno-inverno di Rai1. Al contrario, invece, Affari tuoi potrebbe traslocare durante l’estate. Certo, gli ascolti del gioco dei pacchi sono elevati, ma siamo certi che lo sarebbero anche quelli di Reazione a catena, già eccellenti nel deserto dei palinsesti estivi, qualora potesse approdare all’autunno.
Affari tuoi è solo un gioco di fortuna. Una semplice scelta di numeri e di sigle identificano scatole nelle quali si possono trovare premi più o meno importanti oppure penalizzazioni. Non c’è alcun ragionamento da fare per incrementare il montepremi, nessuna concatenazione logica che spige il cervello a ragionare. Insomma nulla di più di una sorta di roulette in cui l’intelligenza e le facoltà di intuizione non hanno nessun ruolo. Quindi potrebbe diventare il diversivo dell’estate.
Reazione a catena, invece, andrebbe maggiormente valorizzato. Innanzitutto gratificandolo con la presenza di un conduttore più “impegnato” che sottolinei maggiormente i ritmi della gara. I vari giochi sono anche ben congegnati: la catena musicale, l’intesa vincente, l’ultima parola sono alcune delle competizioni durante le quali i gruppi di concorrenti devono dimostrare una notevole affinità intellettiva. Inoltre proprio la gara strutturata in gruppi di tre partecipanti, che possono essere familiari oppure soltanto amici, conferisce alla risoluzione delle concatenazioni logiche il significato del costruttivo lavoro di gruppo. Insomma per giocare a reazione a catena bisogna tirar fuori uno spirito e una intuizione che nasce anche dal provare e riprovare insieme le varie parti, soprattutto “l’intesa vincente”. Già tali caratteristiche potrebbero essere sufficienti per accreditare il programma come degno della collocazione autunnale.
Il cambio del conduttore sarebbe necessario per dare a Reazione a catena un aspetto meno folkloristico che non merita ma che è la conseguenza delle gag e delle macchiette di Pino Insegno. Anche Pupo (al secolo Enzo Ghinazzi) che fu il primo conduttore del gioco, andrebbe meglio rispetto a un Insegno teso soltanto a mettere se stesso in bella mostra.
Da sottolineare, infine, che “Reazione a catena” è un format forte a prescindere dal padrone di casa. Inaffi anche con Pupo i risultati d’ascolto erano alti. E lo sono ancora oggi, con uno share spesso più alto del 26% e un numero di spettatori anche superiori ai quattro milioni. Il programma fu affidato a Insegno dopo che il comico e doppiatore aveva fallito come conduttore di una serie di programmi. Questo gioco estivo ha funzionato, per Insegno, come una sorta di “collegio sicuro” per i candidati alle elezioni politiche.