Giustamente, la conduttrice di Pomeriggio Cinque e Domenica Live, programmi in onda su Canale 5, sottolinea con orgoglio il fatto che altri programmi televisivi del medesimo genere spilucchino, anche maldestramente, peculiarità che, immediatamente, riportano allo stile delle trasmissioni presentate dalla conduttrice napoletana.
La celebrazione di Barbara D’Urso che abbiamo visto a Quinta Colonna, quindi, assume un senso, anche se realizzata in casa Mediaset. Se altri programmi televisivi, non di marca Mediaset, si ritrovano costretti a corteggiare spudoratamente il pubblico della concorrenza, ciò ha un solo significato: la legittimazione dello stile di Barbara D’Urso come modo di fare tv che funziona.
Paradossalmente, considerati anche i risultati d’ascolto non eccelsi, la Domenica In di quest’anno meriterebbe un plauso perché, al di là degli esiti, continua a sforzarsi per cercare una propria identità. Ma questo è un altro discorso…
Torniamo a Barbara D’Urso e alla sua intervista a Quinta Colonna gestita da Paolo Del Debbio, colui che può essere considerato il suo alter ego maschile.
La vita professionale e privata di Barbara D’Urso è stata passata meticolosamente al setaccio in un più di un’ora di intervista: le battaglie sociali in televisione, i capitoli dolorosi o poco piacevoli della sua vita, le sue storie d’amore, gli amatissimi figli, il primo corteggiatore, Napoli, i fans.
Reduce da una lunga serie di interviste ad esponenti politici di spicco che hanno caratterizzato l’ultima campagna elettorale televisiva, Barbara D’Urso ha sottolineato con orgoglio che anche il Movimento 5 Stelle, alla fine, ha riconosciuto di aver sempre nutrito un pregiudizio nei suoi riguardi. In breve, anche il partito grillino ha dovuto inchinarsi alla forza mediatica della “signora della politica” (così definita da Quinta Colonna) e se ripensiamo alla vicenda di Marino Mastrangeli, a posteriori, un sorrisino non può non scappare…
Con le seguenti dichiarazioni, possiamo trovare i motivi grazie ai quali Barbara D’Urso è riuscita, in questi anni, a costruirsi un solido pubblico di fedelissimi:
Sono interessata all’energia delle persone. Non mi interessa quello che una persona fa di lavoro. (…) Ho il dovere di aiutare le persone che hanno bisogno. (…) La mia energia viene dalla mia voglia pazzesca di vivere. (…) Quello per i figli è un amore totalizzante. Il vero grandissimo amore della mia vita è stato il padre dei miei figli sennò non avrei mai fatto due figli con lui.
E alla fine, anche la replica a chi l’accusa di fare tv troppo trash può reggere:
Io credo di essere convinta di portare in tv quella che è la mia visione della vita. Mi diverto a passare dalla politica al Ken Umano. Anche quello è interessante.
Altrettanto legittimamente, quindi, la D’Urso rivendica con orgoglio le sue “creature” televisive, non arretrando mai:
Lemme, ce lo siamo inventati noi. E’ un comunicatore pazzo. Mi ha colpito e mi diverte. (…) Loro vengono in trasmissione e lanciano questo messaggio: “Non fate come noi!”.
Smettere di criticare Barbara D’Urso non è un segno di resa perché, alla fine, si sta parlando di una “guerra” dove, chi da una parte, chi dall’altra, tutti dimostrano solo di ragionare per partito preso.
Quinta Colonna ha celebrato un personaggio che ha inventato un modo di fare tv che funziona.
E, quindi, non c’è nulla di strano.