Il direttore della prima rete e gli autori hanno finalmente riconosciuto il flop di Domenica in e la cattiva scelta di affidarlo, in questa edizione, alle sorelle Parodi. Lo hanno fatto togliendo 30 minuti a Cristina Parodi che saluta il pubblico alle 16.30 e non più alle 17. La conduttrice si è trovata in un empasse terribile: come fare a non precipitare ancor più negli abissi dell’Auditel? L’espediente è presto trovato: affrontare argomenti pruriginosi, ospitare personaggi, prevalentemente maschi di grande appeal, e farli “giudicare” da 50 donne di età differente che devono decidere se è migliore come amante, amico o marito.
E, così, per la seconda settimana consecutiva, ecco che la Parodi rivolge all’interlocutore di turno ( domenica 18 marzo era Filippo Magnini) domande ad alto contenuto erotico. “Hai mai fatto l’amore in cucina? E ancora: “quale stile di nuoto preferisci, stile libero o a farfalla”? Se il pubblico non l’avesse capito, il quesito nascondeva un doppio senso sessuale che certamente non era accidentale. Mezzucci non degni della storia e dell’eleganza di uno dei più blasonati appuntamenti di Rai1. Contenuti discutibili che dimostrano il fallimento di tutta la squadra autorale ma soprattutto l’ostinazione di una difesa ad oltranza che dura da quando si è avuta la consapevolezza dei risultati dell’Auditel. Risultati che parlano chiaro, in base ai quali si sono apportate alla Domenica in di questa edizione continui cambiamenti e stravolgimenti del cast e degli argomenti da trattare.
E’ sparito, ad esempio, Marco Marzocca presente nelle prime edizioni, si è ridotto al lumicino lo spazio di Benedetta Parodi spedita, per pochi minuti a casa di vip che spadellano, si è fatto accomodare Claudio Lippi sul divano degli opinionisti, sono sparite le interviste di Adriano Panatta. E’ rimasto Leonardo Fiaschi le cui parodie sono di una banalità stupefacente. Si sono chiamate in soccorso Maria Teresa Ruta e Catena Fiorello. E si data al contenitore una sterzata verso il format di La vita in diretta.
Sarebbe stato molto più credibile ammettere l’errore piuttosto che arroccarsi in una disperata, inutile e irritante difesa di uno schema riconosciuto perdente dall’Auditel i cui dati non possono essere “aggiustati”. Adesso poi, si cerca di sopravvivere ricorrendo all’analisi della puntata di Ballando con le stelle andata in onda la sera precedente.
Tornando all’appuntamento del 18 marzo, c’è da sottolineare un inizio molto zoppicante e retorico con la celebrazione in anticipo della Festa del papà.
Inoltre, sulla scia dell’ottimo docu- reality Non ho l’età, andato in onda su Rai 3, si son voluti riprenderne i contenuti dando spazio a persone anziane che, alla veneranda età di oltre 80 o 90 anni, hanno ancora voglia di innamorarsi e di sposarsi. Peccato che la trattazione di un argomento così delicato ed attuale, sia stato desolante.
Unico spazio positivo la presentazione del nuovo spettacolo di Paolo Ruffini dal titolo Up & down.
Adesso bisogna puntare alla fine della stagione televisiva, riuscire a concludere questa edizione, magari eliminando qualche puntata. Tanto non se ne accorgerà nessuno. Anzi se al posto di Domenica in andranno in onda film di un certo livello, il pubblico certamente ringrazierà.