Se ne è parlato fino all’esaurimento, snocciolando il problema nei minimi dettagli. Si sono interpellati giuristi, magistrati, sacerdoti, psicologi, maestri. Insomma una gran folla di opinionisti ha invaso tutti, ma proprio tutti, i contenitori televisivi, discettando, filosofeggiando, esternando pareri, sentenze, opinioni. Tutto questo gran ribollire di discussioni veniva alimentato, ad horas dalle dichiarazioni dei due genitori che hanno trovato nel mezzo televisivo un ulteriore palcoscenico sul quale continuare la propria lotta personale e sfogare frustrazioni e rancori.
Il bene del minorenne interessato? ha fatto semplicemente da contorno. E’ stato un surplus, anche se veniva sbandierato come l’elemento essenziale. La verità è che tutti i contenitori di cronaca hanno trovato nella vicenda del bambino di Cittadella, il piccolo paesino di Padova dove è accaduto il fatto, una nuova Avetrana, per catturare la curiosità di un pubblico che ha sostituito la cronaca alla soap opera nei propri interessi televisivi.
Persino i contenitori della domenica pomeriggio hanno indugiato sul caso, in una ossessiva ripetizione di quanto già accaduto durante la settimana. Ore ed ore a fare zapping e ad accorgersi che la storia del bambino di Cittadella è sempre al centro delle attenzioni. Ma solo per saziare la fame d’audience della tv e di programmi che, aumentando il numero di ascoltatori, aumentano anche la raccolta pubblicitaria. E’ questa la verità. Ed è per il rispetto verso quel minorenne traumatizzato oltre i limiti della decenza, che bisogna gridare Basta con il banbino di Cittadella. Facciano i mass media un passo indietro.
E soprattutto, la smettano i genitori di fare dichiarazioni che vengono utilizzate per rinfocolare le discussioni. Si sta cercando di dividere l’opinione pubblica in due schieramanti: quella a favore del padre e quella invece che è dalla parte della madre. Due genitori che non hanno esitato a combattersi fino ad imporre un trauma al figlio, dovrebbero riflettere sul proprio ruolo. Facciano loro per primi un passo indietro. Si allontanino dalle telecamere e dai riflettori, tacciano, finalmente per il bene del bambino. Nell’attesa che diventino, finalmente, persone responsabili e si prendano cura della fragile psiche del bambino di Cittadella, devono scomparire dai nostri teleschermi.
I genitori dovrebbero lasciar crescere in pace e serenità i figli, mettendo in primo piano la serenità dei minori e non le loro contese personali. E la Rai, con il nuovo Consiglio di Amministrazione che si dice così attento ai valori della famiglia, perchè non interviene a porre un freno?