Uno dei motivi fondamentali risiede nella constatazione che lo stile tradizionale di Carlo Conti non si addice ad uno show che troppo spesso, nelle corde professionali di Corrado, si è rivelato irriverente e dissacrante. Caratteristiche che non appartengono a Conti, conduttore classico che, con La Corrida, ha soltanto esaudito il suo sogno professionale di condurre il programma storico.
A mancare è soprattutto l’ironia tagliente, irriverente e spesso irriguardosa che univa Corrado al maestro Roberto Pregadio. Tra i due si instaurava un rapporto fatto di sguardi spesso beffardi e canzonatori che irridevano al concorrente quando era considerato inadatto dilettante allo sbaraglio. Corrado era anche pronto a fare battute ironiche nel corso del dialogo con i concorrenti prima e dopo l’esibizione. Ricordiamo ad esempio la risposta a doppio senso che dette ad una signora che, per esibirsi, aveva rifiutato il microfono ad asta. Corrado con molto sense of humor, ma senza scadere nella volgarità, sottolineò con un sorriso sornione: “la signora non vuole l’asta“.
Carlo Conti deve essersi accorto dell’importanza del feeling tra Corrado e Pregadio. Ed infatti già nel secondo appuntamento il maestro Pinuccio Pirazzoli ha iniziato ad intervenire prima e dopo l’esibizione, ma anche durante le performance, con sguardi, sorrisetti, rivolti però verso il pubblico. Insomma Carlo Conti rimane fuori da questo gioco basato su un sense of humor che purtroppo lui non ha.
Il format de La Corrida è rimasto inalterato. Tutto si è tramandato in maniera pedissequa fin dai tempi de La Corrida radiofonica. Dopo 50 anni e una serie di edizioni televisive realizzate su Mediaset, e condotte da Corrado, Scotti e Insinna, ci si aspettava un adeguamento ai tempi. Non si possono soltanto aprire pagine social e raccogliere commenti per realizzare una Corrida 2.0. Ci vuole ben altro. Un discorso a parte meritano i dilettanti allo sbaraglio. La loro scelta appare determinata esclusivamente da criteri strappa audience. Infatti soprattutto coloro che sono destinati alle pentole e ai campanacci, richiamano trash. Avveniva anche con Corrado. E’ la dimostrazione eclatante dello sfruttamento dei dilettanti allo sbaraglio a fine d’audience.
Certo l’intesa tra Roberto Pregadio e Corrado Mantoni influenzava molto il giudizio del pubblico. Da quanto si svolgeva tra i due era chiaro se il concorrente era destinato ai fischi ed ai campanacci, oppure se per lui potevano esserci anche le campane a gloria.
Il pubblico deve avere intuito che Carlo Conti è più adatto a presentare Sanremo e i David di Donatello, ovvero prodotti istituzionali. Non è colpa sua se l’ironia non fa parte del suo bagaglio professionale. Per questi motivi La Corrida di Carlo Conti non sarà mai quella di Corrado. E neppure quella di Gerry Scotti che ha impresso alle edizioni da lui condotte una familiarità bonaria e fastidiosa che si è amplificata negativamente con l’unica edizione condotta da Flavio Insinna.