Tanto per cominciare, la cosa più importante di questo varietà televisivo del sabato sera erano i tre puntini di sospensione del titolo: …E noi qui, per l’appunto. In quei tre puntini c’erano tutti gli italiani che avevano allegramente bruciato o si stavano godendo o si accingevano ad affrontare le sacrosante ferie. I “noi” del titolo, invece erano loro: Giorgio Gaber, Ombretta Colli, Rosanna Fratello, Gino Bramieri e tutti quelli che in una trasmissione televisiva stanno dietro le quinte. Il senso era: “Voi a spassarvela in vacanza, e noi qui”. Non si può fare a meno di osservare, però, che, cominciando proprio la sera di Ferragosto e arrivando per sette settimane fino ai primi di ottobre, “qui” alla fine c’erano tutti: gli italiani con loro, o, a volerla vedere, loro con gli italiani.
Ma non è il caso di sottilizzare con i pronomi e con il calendario, anche perché le vacanze non c’entravano per niente con la trasmissione: sia come argomento sia come livello, almeno prestando fede alle intenzioni degli autori, un trio famoso, Terzoli, Vaime e Simonetta per la regia di Giuseppe Recchia, molto famoso a quei tempi come altri registi dei varietà in genere. Questa trasmissione cercò di uscire dallo schema tradizionale dello spettacolo, con ospiti famosi. Ma non potevano mancare cantanti, che apparvero in una veste diversa, ossia senza tanti convenevoli, presentavano il loro ultimo successo e basta, così come non si è potuto evitare il classico gioco: ogni settimana un personaggio famoso (Mina, Corrado, Cochi e Renato) conduceva un gioco con delle persone presenti in studio come pubblico.
E i protagonisti che facevano? Beh, Rosanna Fratello non recitò Shakespeare, ma delle scenette scritte appositamente per lei dagli autori, oltre a cantare, la sua vera professione. Gino Bramieri presentò alcuni dei più divertenti sketch della sua carriera ed aveva come partner l’attore Ettore Conti. Ormai Bramieri era da anni un comico affermato. Il soldato l’aveva fatto da un pezzo e sul campo dello spettacolo era stato giustamente promosso capitano. Ombretta Colli, moglie di Giorgio Gaber, dopo l’esperienza di un altro varietà degli anni ’60, sempre con il marito, qui apparve più smaliziata, meno sofisticata e molto più naturale. Istinto e volontà se ben accoppiati prolificano. La soubrette era uscita dal bozzolo.
Un discorso a parte merita Giorgio Gaber: dopo questo spettacolo non è più apparso in tv se non in sporadiche partecipazioni a trasmissioni di varietà per presentare i suoi successi. In lui “in nuce” si stava già delineando il teatro-canzone, quel genere che avrebbe fatto la sua fortuna con i tanti spettacoli teatrali da lui scritti e recitati in giro per l’Italia. In …E noi qui dette prova di essere un bravo presentatore, un vero showman. Dette una piccola lezione di savoir faire a molti colleghi, che pur vantavano nel varietà un’esperienza più lunga della sua. Canzoni a parte! Insomma questo varietà a qualcosa è servito: ad incorniciare proprio la bravura di Gaber. Sapevamo di che pasta fosse fatto quest’uomo, ma qui la pasta è lievitata, acquistando un sapore gradevolissimo. Lo showman è completamente sbocciato ed i frutti si vedranno negli anni a seguire, frutti che l’hanno accompagnato fino alla sua morte prematura, avvenuta nel 2003.