Dunque, il fashion style piace. E allora ecco il canale americano Lifetime proporre House of Versace, film tv sulla vita di Donatella Versace, sorella di Gianni. Tratto dal libro di Deborah Ball, i sarà trasmesso il 5 ottobre, e ripercorrerà la storia di Donatella in un inedito ritratto che andrà oltre l’aspetto pubblico, svelando le sue fragilità, la dipendenza dalla droga, le difficoltà incontrate nella gestione dell’azienda di moda dopo la morte del fratello, assassinato nel ’97 da uno squilibrato nella sua villa a Miami.Naturalmente è previsto un omaggio a Gianni Versace: dopo il film verrà trasmesso il documentario Versace: beyond the Headlines, che ne ripercorrerà la vita dagli esordi della carriera di stilista fino alla sua morte.
Solo qualche giorno prima, Canale5 aveva annunciato una miniserie incentrata sull’avventura umana e professionale di Gianni Versace. le cui riprese inizieranno a novembre. La casa di produzione Ares Film ha acquistato i diritti della biografia scritta da Tony Di Corcia; al momento non trapelano ulteriori notizie. Si può immaginare che sia iniziata la corsa alla scoperta dell’attore a cui sarà affidato il ruolo principale.
Il piccolo schermo del resto ha sempre avuto una particolare attenzione per le passerelle, le sfilate, le top model internazionali che contribuiscono ad amplificare il fascino di un universo dorato e riservato a poche privilegiate protagoniste dai nomi altisonanti. E quando, oltre a servizi, inchieste, trasmissioni dedicate, la tv ha fatto conoscere al pubblico la storia delle sorelle Fontana., attraverso la fiction omonima trasmessa da Rai1, il successo è stato immediato.
Il lusso delle passerelle hollywoodiane era arrivato al grande pubblico generalista grazie a Beautiful, la soap opera che, in onda negli USA dal lontano 1987, continua a macinare ascolti, nonostante l’evidente fragilità della sceneggiature e l’irrealtà delle situazioni. Eppure il pubblico ama i Forrester, è abituato a vederli tessere e interessere trame sia nei loro laboratori di moda, sia nella quotidianità sentimentale e affaristica. Una realtà immaginaria che è sempre molto affascinante rispetto alla routine familiare del pubblico femminile affezionato alla soap.
Dev’essere lo stesso meccanismo che ha spinto milioni di adolescenti a seguire Gossip Girl, teen drama che non era centrato sul mondo della moda, ma nell’Upper East Side newyorkese in cui si muovevano i personaggi; tra i protagonisti della serie figuravano senza dubbio gli “outfit” ricercati di Serena Van der Woodsen e Blair Waldorf. Casual la prima, pizzi e cerchietti nei capelli la seconda, nei blog proliferavano i post su come imitare i loro stili.
Gli ingredienti sono simili: relazioni complicate, eventi mondani, pettegolezzi, intrighi. Segno che non sono solo le casalinghe a subire il fascino di un universo patinato in cui tutti sembrano appena usciti da un servizio fotografico di Vogue.
E’ il mondo da favola proiettato nei tempi moderni: tutti devono essere bellissimi e carismatici, i personaggi, dall’alto del loro piedistallo, devono consentire al pubblico una devozione che faccia passare inosservata la scarsissima credibilità delle storie di cui sono protagonisti. Ma quando gli stessi protagonisti sono realmente esistiti e riempiono le cronache dei rotocalchi e del piccolo schermo, come Donatella Versace e il fratello Gianni, la curiosità del telespettatore è amplificata al massimo. Capire cosa si nasconde dietro quel mondo dorato dove la ricchezza è un attributo comune, significa prendere coscienza che la sofferenza e il dolore non risparmiano nessuno.