Guardando la tv odierna ci si accorge che molti programmi cosiddetti “impegnati” hanno lasciato il posto ai “reality show”, dove persone più o meno famose mettono la loro vita e la loro privacy sotto i riflettori in cambio di un po’ di fama. Questo declino della tv “intelligente” porta ad una involuzione del lessico usato nelle trasmissioni fino all’utilizzo di termini rozzi e poco consoni ad essere ascoltati dal pubblico tra il quale potrebbero esserci anche bambini o ragazzi portati ad introdurre queste parolacce o frasi volgari nel loro modo di parlare. In questo modo la televisione influenza anche lo stile di vita degli ascoltatori inducendoli a fare e a dire quello che sentono dire dalle persone famose che troppo spesso forniscono un cattivo esempio. Naturalmente si potrebbe aumentare il livello culturale delle trasmissioni, ma questa soluzione è più facile a dirsi che a farsi: infatti – e questo è un vero peccato – sembra che al pubblico piacciano molto di più le trasmissioni “spazzatura” piuttosto che quelle “intelligenti”.
Ecco, dunque, il motivo di questa lunga introduzione prima di addentrarci nei ricordi. Per far capire, per l’appunto, come la tv di oggi sia cambiata, e di molto, rispetto a venti, trent’anni fa. E proprio ventisei anni fa, per l’esattezza, nel 1987, con una seconda edizione nel 1988, su Raidue, in seconda serata, andava in onda una trasmissione nuova, fresca, per un certo pubblico che sapeva apprezzare certi programmi. Stiamo parlando di Aperto per ferie, quattro serate dal lunedì al giovedì, condotto dalla coppia di successo Michele Mirabella e Toni Garrani. I due si erano incontrati per la prima volta nel 1982 nel programma radiofonico La luna nuova all’antica italiana e poi, visto il successo, sempre insieme condussero un altro programma radiofonico estivo, Tra Scilla e Cariddi, nel 1985 e poi nel 1986, trasmissione di satira in onda il mattino su Radiodue. Ma qui vogliamo parlare di Aperto per ferie: Mirabella e Garrani trasferirono dalla radio alla tv la formula e la fortunata esperienza fatta, per l’appunto, con Tra Scilla e Cariddi.
Scopo del programma estivo tv Aperto per ferie era quello di fare informazione attraverso il commento di fatti di attualità e suggerire vacanze intelligenti ed alternative. Di solito la programmazione televisiva estiva dovrebbe essere leggera, rinfrescante e divertente come i cibi d’estate. Ma spesso e volentieri finisce sempre per essere la stessa insalata di riso. La stessa che circola su varie terrazze di tante città e paesi d’Italia. La stessa, con cui le padrone di casa accaldate ed affamate ritengono di risolvere ogni problema. Poi può succedere che il riso è un po’ scotto, i pomodori sono un po’ aspri e così l’amalgama non funziona, anzi. Non è facile cucinare il riso come non è facile far ridere, specie in televisione. Anche Aperto per ferie si poteva considerare un’insalata di riso. Però qui il riso era cotto al punto giusto, l’olio pugliese (Mirabella è di Bari) adoperato per condirlo era buono e l’amalgama gradevole. Certo non tutto era mangiabile: un’insalata di riso perfetta non è ancora nata e, forse, non nacque neanche quelle due estati.
Loro, Mirabella e Garrani, andavano benissimo quando leggevano i giornali. Lo facevano già in radio in Tra Scilla e Cariddi e riuscirono a trasferire il tutto in televisione. Garrani si camuffava in Giovan Battista Bartesaghi, un uomo, un cronista, ed era tutto un tripudio di battute, di doppi sensi, di giochi di parole. C’era poi la ragazzona tipo Anita Ekberg che invocava nella notte Marcellooo!! o Federicooo!!, nostalgica delle emozioni anni ’50 in piena Dolce Vita. C’era Luciana Turina, donna di “peso”, che cantava canzoni vecchie e nuove con il complesso musicale de Los Ostialidos. Avevamo detto che l’insalata di riso non sarebbe mai stata perfetta: infatti, non eccezionale, ma poteva migliorare con la cottura, l’inviato speciale Gianni Ciardo, il comandante Cerasa (Stefano Antonucci) che parlava scendendo dal cielo, il disc-jockey, il portiere Lasorella e Carmela Vincenti con i suoi monologhi in dialetto pugliese. Brutta la rubrica Il delatore, pessima imitazione de Il testimone di Giuliano Ferrara, un’altra trasmissione di quei tempi.