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E mentre il programma, nonostante la concorrenza del Festival di Sanremo, vola e fa registrare ascolti record, classificandosi ieri il 4° canale più visto della tv in prime time (a restare incollati alle imprese culinarie sono stati infatti 1 milione e 126 mila telespettatori medi, con una permanenza pari all’ 81%. Si conferma il trend di crescita di questa edizione con un +7% rispetto alla puntata andata in onda lo scorso anno sempre durante il festival), sono già aperti i casting per la prossima edizione del cooking talent: per aspirare a un grembiule bianco di MasterChef basta avere compiuto 18 anni, sopportare bene lo stress e i giudizi di ogni tipo, sapersi muovere tra i fornelli con disilvoltura e avere voglia di stupire con fantasia e gusto. Per candidarsi è necessario iscriversi su masterchef.sky.it/casting compilando il form.
Ma cosa ci hanno detto i tre eliminati di questa settimana?
Sylvie, la francesina designer di moda di Casciago (Va) non molto amata sia dal pubblico del web sia dagli altri concorrenti del cooking talent, è caduta proprio sulla preparazione di un piatto della sua terra.
Sylvie, cos’è successo?
È successo che alla fine mi sono arresa. Non ho più avuto la forza di combattere.
Tutta colpa della farina mancante?
Io la farina l’avevo presa, ma chissà poi dov’è finita. L’avrò messa nel cestino di qualcun altro? Mah… non so proprio cosa dire.
Cosa l’ha ferita di più?
Sono della Bretagna e mi ha ferito tantissimo sbagliare proprio nella preparazione della crepes, un piatto della mia terra. Quando mi sono accorta di non avere tutti gli ingredienti, ho deposto le armi e ho smesso di combattere.
Lei ha ricevuto molti attacchi da parte dei suoi colleghi. Ma anche il pubblico da casa non è stato mai tenerissimo con lei. Come se lo spiega?
Sono stata criticata perché i momenti buoni della mia gara, i miei successi, non sono mai stati valorizzati nel montaggio. Anche il confessionale ha sempre dato voce alle parole spesso cattive dei miei avversari. All’inizio, poi, c’erano anche un po’ di invidia e di paura della francesina. Chissà cosa ci sarà sotto quella corazza, si sono domandati gli altri. Ma io non avevo alcuno spirito competitivo, non avevo strategie, non sono mai stata animata da alcuna cattiveria. Sono stata sempre genuina, me stessa in ogni occasione.
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Nonostante tutto, c’è un bel ricordo che si porta a casa da questa esperienza?
Sicuramente l’incontro con gli chef è il ricordo più bello che ho. E poi quando la mia salsa francese è stata la più buona di tutte. Anche Cracco, che è uno che ne sa di cucina, lo ha riconosciuto che era la migliore.
Come è nata la sua passione per il mondo dei fornelli?
Da quando sono piccola sono sempre rimasta ammirata dai colori, dagli odori e dai sapori culinari che i miei genitori mi hanno permesso di scoprire. Da lì è partita questa mia passione, la voglia di andare alla scoperta di un mondo infinito.
Cosa significa per lei cucinare?
Cucinare per me è diventato un modo di vivere dove la gente sta seduta attorno a un tavolino e può condividere la vita accompagnandola a dei sapori magici. La cucina è per me la chiave della vita.
Lei è sostenitrice della cucina a chilometro zero…
Sono ormai vent’anni che dedico il mio tempo a cucinare usando solo prodotti di produzione locale, andando sempre alla ricerca di nuovi sapori e soprattutto di prodotti di alta qualità. Penso che il segreto per cucinare bene derivi dall’amore, dalla passione e soprattutto dalla qualità degli alimenti usati.
Lei è una designer di moda appassionata di cucina. Come concilierà questi due mondi?
A un cerro punto dovrò fare una scelta, non potrò occuparmi contemporaneamente di moda e di fornelli. Intanto ho bellissimi progetti che vorrei realizzare, per ora tutti legati in qualche modo alla cucina: a marzo, per la festa della donna, realizzerò una cena di beneficenza insieme a tre chef, di cui due stellate. E naturalmente cucinerò anche io. Il secondo progetto riguarda invece un cortometraggio per valorizzare il cibo italiano visto da una straniera. Ho viaggiato tantissimo e conosco bene il cibo italiano.
Dove la porterà il suo futuro?
Andrò dove mi porta il vento…